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Trauma cranico

Trauma cranico

Avviene quando le ossa del cranio, pur essendo molto spesse e dure, non riescono ad attutire un urto o un colpo improvviso, che provoca un danno cerebrale. La principale causa è determinata dagli incidenti stradali, tranne che nell’infanzia e nell’età avanzata, in cui le cause più frequenti sono le cadute accidentali e gli incidenti domestici.

CAUSE: come anticipato, la causa principale per cui si riporta un trauma cranico è un incidente d’auto. Altre situazioni tipiche sono gli incidenti in moto, in bici, le cadute in casa o le cadute dalla finestra. In base all’urto si possono distinguere diverse tipologie di trauma cranico:

  • Commozione cerebrale (perdita di coscienza di breve durata).
  • Contusione cerebrale (lesione del cervello, con versamento emorragico e conseguente rigonfiamento.
  • Frattura del cranio (rottura delle ossa della testa)
  • Ematoma (versamento emorragico nel cervello)
  • Ernia cerebrale (protusione anomala del tessuto cerebrale attraverso un’apertura tra le sezioni che compongono il cervello)

SINTOMI: in caso di trauma cranico lieve si può accusare:

  • Nausea
  • Cefalea
  • Vertigine
  • Debolezza
  • Stanchezza
  • Perdita di memoria
  • Scarsa concentrazione
  • Difficoltà a fare più di una cosa per volta
  • Confusione
  • Irritabilità
  • Ansia
  • Depressione
  • Difficoltà sul lavoro

In genere questi sintomi tendono a scomparire nel giro di alcuni giorni, ma talvolta ci vogliono diversi mesi per recuperare.

In caso di trauma cranico di gravità moderata, spesso accompagnato da una perdita della coscienza durante o subito dopo l’incidente, i sintomi sono pressoché gli stessi del trauma cranico lieve, ma molti pazienti continuano a soffrire di tali disturbi a 3 mesi dall’evento traumatico. Possono intervenire, inoltre, modificazioni comportamentali che interferiscono la gestione delle attività quotidiane. Alcuni, infatti, si mostrano più impulsivi o soggetti ad esplosioni di rabbia, altri, invece, appaiono apatici, con un appiattimento e una riduzione anche dell’affettività. Il trauma cranico grave presenta sintomi simili a quelli del trauma cranico lieve, ma più intensi, inoltre comporta un’alterazione persistente della coscienza e può essere accompagnato a deficit neurologici focali o a lesioni craniche penetranti.

DIAGNOSI: i traumi cranici lievi sono più difficili da diagnosticare poiché il danno al tessuto cerebrale non compare per diversi giorni dopo il trauma. Gli esami diagnostici convenzionali sono la TAC e la risonanza magnetica. Le radiografie del cranio non sono quasi mai utili. Se il medico, dopo la visita o i risultati della TAC sospetta un danno cerebrale il paziente viene ricoverato in ospedale. In caso di trauma cranico grave i medici verificano immediatamente se il paziente è cosciente e risponde ai comandi, controllano le funzioni cerebrali di base (diametro delle pupille, reattività alla luce, capacità di muovere gli arti, uso del linguaggio, coordinazione dei riflessi). Per escludere eventuali lesioni cerebrali si esegue la TAC e talvolta anche la risonanza magnetica. Le radiografie, invece, vengono effettuate per capire se il collo è rotto.

CURA: se il trauma cranico è lieve possono essere utili gli analgesici come il paracetamolo. In caso di trauma cranico grave la testa, il collo e la spina dorsale del paziente vengono immobilizzati. Una volta ricoverati in ospedale vengono monitorati costantemente la pressione sanguigna e i livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue. Vengono, inoltre, somministrati farmaci antidolorifici e talvolta anche dei sedativi. All’interno della scatola cranica può essere impiantato un misuratore microscopico di pressione o in alternativa un catetere negli spazi interni del cervello per controllare la pressione sul cervello.

Per ulteriori informazioni rivolgersi al proprio medico. Le informazioni fornite su MedicinaLive sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo, e non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari.

Via| Ospedali Riuniti di Trieste; Photo Credit| Thinkstock