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Ambulatorio chirurgico per testimoni di Geova: niente trasfusioni

Un ambulatorio chirurgico speciale quello che è nato per i testimoni di Geova a Sesto San Giovanni: al suo interno, rispettando i precetti di questo movimento, non verranno eseguite trasfusioni. Questo “divieto” è da sempre oggetto di critiche nella medicina moderna.

Si tratta di un servizio unico in Lombardia, quello legato al Dipartimento Cardiovascolare dell’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni e coordinato da Giuseppe Vaccari e Pietro Turco, ma già testato dal primo specialista nel corso di una sua precedente esperienza lavorativa a Torino. Senza dubbio avere a che fare con dei pazienti testimoni di Geova è una sfida per qualsiasi chirurgo, soprattutto se specializzato in cardiologia. Il non poter ricorrere mai anche in caso di necessità ad una trasfusione limita l’approccio terapeutico in molti campi.

Giuseppe Vaccari, in Piemonte, ha operato circa 400 testimoni di Geova riuscendo a raggiungere dei risultati ottimali proprio grazie alla creazione di un ambulatorio che preparasse il paziente in modo meticoloso e preciso prima dell’operazione. Certo, non si tratta di un percorso sul breve termine: talvolta, racconta l’esperto, ci sono voluti mesi per rendere possibile un’operazione cardiochirurgica senza rischi per il paziente. Uno dei maggiori impedimenti dati dal precetto dei testimoni di Geova è anche l’impossibilità di poter utilizzare l’auto-trasfusione visto che ciò che “esce dal proprio corpo” non vi può tornare. L’ambulatorio cardiochirurgo specializzato in tal senso non solo è utile per studiare a fondo i casi trovando la migliore tecnica da applicare, ma anche e soprattutto per preparare il paziente informandolo ed aiutandolo in alcuni casi, a condividere le proprie scelte con la stessa famiglia di origine, molto spesso di religione e credenze opposte.

E’ innegabile che le esigenze dei testimoni di Geova a livello chirurgico portino per forza di cose lo specialista a dover ampliare ed ottimizzare le proprie conoscenze per lavorare. E tutto ciò rappresenta un’ottima opportunità di crescita per il medico stesso.

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