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Allergie in aumento, ormai si parla di epidemia

 I dati dell’EAACI European Academy of Allergy and Clinical Immunology, parlano chiaro: entro il 2025 più della metà della popolazione risulterà soffrire di allergie e la categoria più vasta sarà quella dei bambini. Solo in Italia attualmente ne soffrono 15 milioni di persone, 150 milioni in tutta Europa. Di fatto che ci fosse una sorta di epidemia in corso era chiaro, anche se nel passato si è fatta molta confusione tra allergia vera e propria ed intolleranza, specialmente per ciò che riguarda il latte vaccino ed i suoi derivati.

L’allergia è una malattia molto complessa

Certo è che l’allergia di per se stessa è una patologia molto complessa, non sempre facile da diagnosticare e che si può manifestare improvvisamente anche in età adulta purtroppo con uno shock anafilattico. E’ il caso dell’allergia ai farmaci ad esempio: si può arrivare a 40 anni senza aver mai dovuto assumere quel determinato principio attivo. Anche quando non è così grave nell’immediato, l’allergia può comportare importanti limitazioni nella vita quotidiana: pensiamo alle varie allergie da contatto ed il rapporto con il mondo del lavoro (allergia al lattice per i medici che hanno difficoltà ad usare guanti!). Oppure: l’allergia ai pollini o agli acari della polvere alla lunga se si manifestano con asma possono portare importanti ripercussioni sulla salute generale delle persone. Senza calcolare i sempre più frequenti casi di allergie “multiple”, ovvero di quei pazienti che manifestano sensibilità a più allergeni. Il problema vero e proprio è però la gestione della malattia che può dare solo un medico specialista in allergologia ed immunologia, perché l’approccio, è particolare vista la vastità dei sintomi.

Curare le allergie si può, con l’immunoterapia

Attualmente si tendono a tenere sotto controllo i sintomi attraverso farmaci (nell’asma si usa il tradizionale broncodilatatore, il ventolin per intenderci, va sempre portato con se) o evitando per quanto possibile di entrare in contatto con l’allergene.  Ma la ricerca di un vero e proprio vaccino non si è fermata e nel corso degli ultimi anni si è andata sviluppando con notevoli risultati positivi l‘immunoterapia che, secondo la stessa OMS, è al momento l’unico trattamento volto alle “cause” e non ai sintomi della malattia. Consiste nella somministrazione costante nel tempo di minime dosi di allergene, in modo di abituare l’organismo, o meglio il sistema immunitario (è lui che scatena la reazione allergica) alla sostanza solitamente innocua e fino a quel momento considerata nemica. Ovviamente solo l’allergologo può procedere in questa terapia che è fortemente personalizzata sul paziente. Purtroppo però l’Italia non è strutturalmente adeguata all’allergia. Attualmente il tutto è gestito sintomatologicamente dai medici e pediatri di famiglia, e spesso purtroppo con superficialità dai pazienti. Secondo dei parametri internazionali, dovremmo avere uno specialista in allergologia ogni 50.000 abitanti ed invece, in media nel nostro Paese, ne esiste uno ogni 106.000 persone, distribuiti però in gran concentrazione solo in alcune aree geografiche.

Il dialogo tra paziente allergico ed allergologo

Per tutti questi motivi si stanno sviluppando una serie di iniziative parallele al servizio sanitario nazionale rivolte proprio al dialogo medico-paziente in allergologia. L’ultima in ordine di tempo è quella nata dalla collaborazione tra l’AAITO (Associazione Allergologi ed Immunologi Territoriali Ospedalieri), Pazienti.Org e la HAL Allergy Italia che insieme hanno dato vita ad una piattaforma web allergie.pazienti.org, grazie al quale gli allergici potranno avere informazioni su terapie e centri specialistici.