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Meningite, facciamo il punto sulla vaccinazione

 La meningite è una delle patologie a carico del sistema nervoso più diffusa a livello mondiale. Si tratta di una malattia a diffusione batterica o virale, ed in entrambi i casi, sebbene sia possibile curarla con efficacia se diagnosticata in tempo, in alcuni casi la sua forma “fulminante” ha lasciato davvero poco spazio di cura alle sue vittime.

Le statistiche parlano chiaro: ogni anno nel nostro paese vengono diagnosticati 900 nuovi casi di meningite, ed il 10-15% delle persone colpite perde la vita.

Non solo, se l’intervento non è tempestivo, chi riesce a guarire rischia di rimanere debilitato in maniera più o meno grave dalle conseguenze di questa patologia: danni cerebrali, perdita dell’udito o della funzionalità degli arti. Purtroppo ad essere maggiormente colpiti dalla patologia e dalle sue problematiche sono i bambini piccolo o gli adolescenti. Individui che a livello fisiologico hanno meno resistenza di un adulto e che per questo spesso riportano le conseguenze più gravi.

Il Comitato Nazionale contro la Meningite è nato in questi giorni. E’ il risultato dell’unione di persone colpite dalla meningite o che hanno perso qualcuno di caro per via di questa malattia. Si tratta di una realtà nata per favorire l’informazione sulla malattia, spesso scambiata per una influenza, e spingere alla vaccinazione, unica via per prevenire la meningite.

La vaccinazione disponibile attualmente riguarda diverse varianti della malattie. I dati degli ultimi anni, diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità rivelano che la meningite provocata dall’Haemophilus influenzae, è praticamente scomparsa. E che anche la meningite da pneumococco è in forte calo grazie alle campagne di prevenzione.  Stesso è accaduto per la meningite da meningococco C in Gran Bretagna. I casi sono calati in maniera esponenziale.

Ma in Italia? Al momento, a livello prettamente sanitario è riscontrabile una certo dislivello nel trattamento che si fa delle meningiti in base alle Regioni. Si passa da quelle nelle quali l’ente informa la popolazione della disponibilità di vaccinazione gratuita, fino ad arrivare ai casi nei quali il vaccino è disponibile ma non viene usato perché manca la corretta informazione. I problemi non arrivano solo dalla scarsa informazione, ma anche dalla mancanza, ad esempio, di un vaccino per il meningococco B , il più diffuso a livello europeo.

La sua composizione naturale comprende infatti un polisaccaride molto diffuso anche nel nostro organismo. E il nostro sistema immunitario si rifiuta di produrre degli anticorpi che potrebbero attaccare se stesso. Nonostante ciò, buone speranze vengono dal  genoma e dalla possibilità di partire dallo stesso per mettere a punto un vaccino. Ed una soluzione, relativa alla meningite derivante dal meningococco B è in fase sperimentale.

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Fonte: Corriere della Sera