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Influenza aviaria, virus H7N9 resistente ai farmaci

Una delle eventualità che si sperava non si avverassero si è compiuta: il virus dell’influenza aviaria H7N9 è mutato, diventando resistente all’unico farmaco in grado di combatterlo nell’essere umano, il Tamiflu. Non si vuole partire con allarmismi precoci, ma di certo questa non è una buona notizia.

A scoprirlo sono stati i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York coordinati dalla dottoressa Nicole Bouvier il cui studio dedicato è stato pubblicato sulla rivista di settore Nature Communication. Effettuando dei test in laboratorio è stato possibile rilevare per gli scienziati alcune modifiche nel comportamento dell’H7N9. Entrando nello specifico questo particolare ceppo di influenza aviaria mutato è apparso essere molto resistente al Tamiflu grazie alla modificazione avvenuta spontaneamente in una sua proteina. Non solo, è in grado di infettare le altre cellule umane coltivate in vitro e non trova particolari problemi nella diffusione sul modello animale.

Come abbiamo potuto verificare il virus H7N9 ha ripreso a diffondersi con particolare forza in Cina, infettando più di 130 persone e causandone il decesso in circa 45 casi. E sebbene i ricercatori internazionali stiano lavorando sulla messa a punto di un vaccino, finora l’unico mezzo per contrastare tale malattia è l’utilizzo di antivirali.

Al momento ad ogni modo, nonostante sia salendo la preoccupazione per eventuali contagi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che non vi siano prove di una “trasmissione interumana sostenuta”. Altri quattro casi di infezione di persone in condizioni critiche sono stati confermati in Cina ma questo non giustifica ancora, secondo gli esperti, l’inasprimento di controlli o la fissazione di particolari restrizioni in aeroporti e porti del paese orientale. Di sicuro la situazione dovrà continuare ad essere monitorata con attenzione. Nessuno vuole, lo ripetiamo, lanciare allarmismi inutili. Ma è bene in ogni caso farsi trovare preparati ad ogni evenienza.

Fonte | Nature Communication

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