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La pillola abortiva Ru486 arriva in Italia, siete d’accordo?

L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, sta per decidere se dare l’ok o meno all’ingresso, anche in Italia, della pillola Ru486, meglio conosciuta come pillola abortiva. E subito, nel Paese della Chiesa, sono scoppiate le polemiche. Dal Pdl l’On. Isabella Bertolini grida allo scandalo, in quanto si metterebbe a rischio la salute delle donne, le quali potrebbero usarla anche come pratica anticoncezionale, o peggio ancora al di fuori della legge 194 che disciplina, tra le altre cose, in materia di aborto.

In tutto questo non può mancare l’intervento della Chiesa, che forte anche del recente documento “Dignitas personae” emanato dal Papa pochi giorni fa, ribadisce un secco no a qualsiasi attività che vada contro la vita, e specialmente se si tratta di aborto. L’associazione Luca Coscioni invece ribadisce la tesi opposta, dato che per loro la pillola Ru486 sarebbe una conquista di civiltà che risparmierebbe alle donne l’umiliazione di un intervento chirurgico per interrompere la gravidanza. Ma dove sta la verità?

Noi non possiamo dare giudizi, ma lasciamo decidere alle coscienze dei lettori da che parte stare. Possiamo soltanto indicare i dati di questa pillola. Nel rispetto della legge 194, questo medicinale non potrà essere venduto in farmacia o utilizzato in casa, ma sarà somministrato soltanto in ospedale, e rappresenterà un metodo di aborto non invasivo, cioè eviterà l’intervento chirurgico a cui le donne italiane devono essere sottoposte oggi per lo stesso fine. Questo medicinale è già stato introdotto da qualche anno in tutti i Paesi Europei, tranne in quelli in cui il cattolicesimo ha maggior presa (Italia, Portogallo e Irlanda), con risultati contrastanti, dato che c’è chi da una parte gli attribuisce addirittura delle morti, e chi dall’altra li nega e ne parla in senso positivo.

Sicuramente, se venisse introdotto in Italia, sarebbe accompagnato da una campagna di sensibilizzazione per far conoscere a tutte le italiane l’effettiva valenza medica di tale farmaco. Ad esempio, come dichiara il Ministro alle Politiche Giovanili Giorgia Meloni, bisogna far capire che non si tratta di un anticoncezionale e non dev’essere utilizzato in quel senso. Inoltre, sempre secondo il Ministro, l’apporto del Ru486 è più doloroso e psicologicamente più devastante rispetto all’intervento classico. Un altro punto importante da sottolineare è che l’Ru486 non va confusa con la pillola del giorno dopo, che agisce in tutt’altra maniera, e non è completamente sicuro come la chirurgia, perchè i dati raccontano di un successo pari all’80% dei casi.