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Il ricorso al bisturi contro le rughe è in netto incremento per chi è nato nel corso dell’esplosione demografica del 1964.
Insomma una lotta alle rughe senza tregua, che combina bisturi, botulino, fillers e chi più ne ha più ne metta.
Negli ultimi anni c’era stato un calo degli interventi di lifting, ma ora si registra un ulteriore incremento, soprattutto negli ultraquarantenni.
I babyboomers scoprono solo ora la chirurgia estetica anti-age? Sembrerebbe proprio di si.
A quanto emerge dai dati dell’American Society of Plastic Surgery (ASPS), c’è stato un aumento pari al 17% dei lifting fra gli over 40, superando i 116.000 interventi soltanto nel corso dello scorso anno.
In Italia la situazione è analoga a quella statunitense. Gli ultraquarantenni si sono resi conto che botulino e filler sono validi alleati contro l’invecchiamento, in quanto bastano una semplice iniezione e poche ore per dimostrare qualche anno in meno, ma non sono certo la soluzione per spianare rughe profonde o per risolvere definitivamente la questione. Sono invece ottimi alleati dopo il lifting, per garantire risultati più duraturi; per questo ricevo sempre più richieste per iniezioni di botulino nella fase postoperatoria.
Il lifting endoscopico è a tutt’oggi la tecnica regina per ringiovanire la parte alta del volto. È l’approccio ideale per restituire i volumi dolci della giovinezza, in quanto si basa su una filosofia diversa rispetto al lifting tradizionale, dove cicatrici invisibili, mini invasività e risultati naturali sono le parole d’ordine.