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Apnee notturne: pericolose e da non sottovalutare

Le apnee notturne sono un grave problema che spesso viene sottovalutato, e che invece non solo coinvolge milioni di persone, ma costa alla sanità italiana addirittura 31 miliardi l’anno, secondo l’università milanese della Bocconi.

È quanto emerge da un rapporto intitolato “Cost-of-illness study of Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) in Italy”, realizzato dal Cergas Sda Bocconi, Centre for Research on Health and Social Care Management, che specifica anche i motivi di numeri così alti.

Il costo è di 520 euro a italiano, perché le Apnee Ostruttive del sonno sono molto frequenti, coinvolgendo 936 milioni di individui in tutto il mondo, di cui 24 milioni solo in Italia.

Soprattutto le conseguenze di questa patologie possono essere gravi, con forti disturbi neuro-cognitivi e cardiovascolari. Nei costi sono inclusi non solo quelli legati strettamente alle cure, che pesano per il 60%, ma anche quelli sociali.

La ricerca sulle apnee notturne

Le apnee notturne coinvolgono individui di tutte le età, dalla pubertà fino alla vecchiaia, e delle persone che ne soffrono in Italia, la metà ha un disturbo medio-grave, con la maggioranza, il 65%, costituita da uomini.

I costi, per il 36%, sono dovuti alla morbilità, mentre il 4% vengono definiti diretti non sanitari. Solo l’abbassamento della qualità della vita costa 9 miliardi di euro l’anno. I danni sono molto gravi, soprattutto perché le diagnosi sono spesso incomplete e sottostimate.

Secondo il rapporto infatti, solo per mezzo milione di italiani si è giunti alla diagnosi corretta. Il resto dei pazienti viene trattato come se avesse problemi leggeri. E il trattamento per la Osas moderata-severa viene praticato solo a 230mila pazienti.

Ma come avverte il rapporto, le conseguenze di un mancato trattamento possono essere gravi, se non letali, e di diversa natura. Si può incorrere in incidenti stradali e sul lavoro, ma anche in diverse malattie come ictus e altre patologie cardiovascolari.
Il trattamento prevede la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Cpap), che aiuta non solo nell’apnea notturna, ma anche a prevenire l’ictus. Una corretta diagnosi porterebbe inoltre ad un notevole risparmio, come spiega uno degli autori della ricerca, il professor Patrizio Armeni. I vantaggi quindi non sarebbero solo per l’alto numero di pazienti che ne soffrono, ma anche per la società.