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Resistenza antibiotica nei neonati, i pericoli

La resistenza antibiotica nei neonati può risultare devastante: i pericoli rappresentati dall’incapacità del medicinale di agire efficacemente sui batteri possono rivelarsi ancora più deleteri per la salute rispetto a ciò che accade negli adulti.

Infezioni incurabili, conseguenze importanti di malattie batteriche teoricamente non difficili da combattere: sono questi i principali problemi ai quali un bambino piccolo va incontro se un batterio diventa resiistente. E’ importante ricordare, come sostiene la Società Italiana di Neonatologia, che le infezioni costituiscono ancora oggi nel 2016 una delle principali cause di mortalità e malattia in età neonatale. Oltre un milione di piccoli indifesi muore ogni anno per colpa dei batteri: se i farmaci adibiti alla loro lotta smettono di funzionare la situazione rischia di degenerare ulteriormente. L’antibiotico resistenza, nel caso della salute dei neonati, gioca un ruolo ancor più pericoloso: si ha infatti a che fare con un sistema immunitario differente da quello degli adulti e l’attacco di batteri multiresistenti ha maggiori possibilità di rivelarsi fatale.

Trovare delle soluzioni adatte anche per i bambini davanti ad uno scenario simile è una delle sfide che neonatologi e ricercatori dovranno affrontare nel prossimo decennio: non solo attraverso la ricerca ma anche mettendo a punto dei protocolli di sicurezza basati sulla prevenzione. Spiega Mauro Stronati, Presidente della SIN:

La storia della scoperta di nuove classi di antibiotici ci insegna che l’emergere di resistenze avviene naturalmente non appena l’antibiotico viene utilizzato. Il quadro che emerge è quello di un mondo in cui “l’arsenale” per combattere i microrganismi è sempre più povero di mezzi: da un lato lo scarso investimento delle industrie farmaceutiche nella scoperta di nuove molecole, dall’altra la circolazione su scala mondiale di batteri resistenti a pressoché tutti gli antibiotici già in commercio. È necessaria una presa di coscienza individuale e collettiva sul fenomeno, ma principalmente l’adozione di un protocollo rigoroso all’interno degli Ospedali e nelle cure che prevedono l’impiego di antibiotici.

Purtroppo l’Italia rimane stabile nei paesi considerati più a rischio a causa dell’uso errato e massiccio di antibiotici archiviato negli anni: i “nostri” batteri sono tra i più resistenti d’Europa.

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