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Adenoidi: toglierle o lasciarle?

Fino a poco tempo fa si rite­neva che il destino di ton­sille e adenoidi fosse più che altro quello di creare fastidi e che alla loro presenza si po­tesse tranquillamente rinuncia­re. Cosicché la loro asportazio­ne ai primi cenni di infiamma­zione è stata una specie di tappa obbligata nell’infanzia di molti. In mancanza di indicazio­ni precise, l’intervento veniva spesso prescritto in modo di­screzionale, quasi che, nel dub­bio, tanto valesse toglierle. Negli ultimi anni, però, l’approccio all’eliminazione di ton­sille e adenoidi  è stato rivedu­to e corretto.

Nel 2003 l’Istituto superiore di sanità ha pubblica­to la prima analisi italiana sul­l’appropriatezza di tali interven­ti e nel 2008 questa è stata ag­giornata e redatta sotto forma di Linee guida, cioè un docu­mento ufficiale destinato ai me­dici, che contiene le raccoman­dazioni conformi ai risultati degli studi clinici. Già a partire dal 2003 il ricorso alla chirurgia adeno-tonsillare è progressivamente diminuito in tutto il territorio nazionale. La morale degli studi condotti è, infatti, che operare è bene, ma soltanto in certi casi. Negli altri, tonsille e adenoidi infiammate si curano con i farmaci.

Tonsille e adenoidi sono spesso state accomunate da una mala sorte: togliendo le prime si to­glievano, già che c’erano anche le altre, forse perché entrambe pos­sono dare disturbi se si ingrossano e si infiammano, forse perché sono molto simili dal punto di vista anatomico e fisiologico. In effetti, quelle che conosciamo come adenoidi sono anch’esse tonsille, nel senso che fanno parte di un gruppo di quattro organi si­tuati tra naso e gola, che si chia­mano tutti tonsille, hanno struttu­ra e funzione analoghe e vengono distinti tra loro in base alla col­locazione.

Le palatine (“tonsille” nel linguag­gio comune) e le faringee (le ade­noidi) sono le più importanti, af­facciate come sono alla principale finestra dell’organismo sul mondo esterno. Sono costituite da tessu­to linfatico, contengono cioè cellule del sistema immunitario pronte a reagire al contatto con gli agenti estranei e potenzialmente dannosi che possono entrare attraver­so naso e bocca.

Le tonsille nel loro com­plesso costituiscono, quin­di, una delle parti più im­portanti del sistema difensivo delle prime vie aeree, ma la loro azione si esplica quasi esclusi­vamente nell’infanzia e si esaurisce attorno ai 3-4 anni per le adenoidi e attorno agli 11-12 anni per le tonsille. Le adenoidi si infiammano e si ingrossano quando uno stimolo estra­neo suscita la rea­zione delle cellule immunitarie. Infe­zioni batteriche o virali ripetute o croniche possono mantenere le adenoidi costante­mente infiammate e determinar­ne un aumento di volume cospi­cuo e permanente (ipertrofia ade­noidea).

Ostacolano quindi il pas­saggio dell’aria proveniente dal naso e possono arrivare a ostruire i fori di sbocco delle tube uditive, che si trovano lì vicino. Come conseguenza, la respira­zione avviene quasi esclusiva­mente attraverso la bocca, tenuta sempre semiaperta. Ciò annulla la funzione delle cavità nasali, che è quella di riscaldare, umidificare e purificare l’aria inalata, predispo­nendo così a infezioni di faringe, laringe, trachea e bronchi. Nel pe­riodo della crescita, inoltre, può portare a una malocclusione dentale e a una deformazione del palato e può limitare lo svi­luppo del naso. L’occlusione delle tube udìtive favorisce invece i pro­cessi infiammatori dell’orecchio medio, rendendo possibili episodi di otite e riduzione dell’udito.

Da http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Maggio_2010/06_Infanzia.pdf