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Frodi alimentari, Calderoli le elimina ma un cavillo le salva

L’Italia ha seriamente rischiato di non avere più una norma che tutela i consumatori contro qualsiasi reato che riguarda prodotti alimentari come le frodi o la semplice vendita di cibi scaduti. Il pericolo però è durato appena un mese, e i danni sono stati limitati.

Tutto è iniziato a causa di un errore del Ministro per la Semplificazione Normativa che, nell’ansia di distruggere migliaia di leggi “inutili”, ha fatto molti danni. Celebre la cancellazione della legge che stabiliva Roma come la Capitale d’Italia, o quella che elimina il reato di banda armata. Tornando al problema in oggetto, tra le varie leggi abrogate c’era anche quella che tutelava il consumatore contro i reati nella conservazione e commercializzazione dei prodotti alimentari (articolo 5 della legge 283/62).

A lanciare l’allarme è stato, poco prima di Natale, il Sannio Quotidiano, un giornale che aveva denunciato come un commerciante era stato assolto dall’accusa di aver messo in vendita alimenti scaduti in quanto, appena una settimana prima, il fatto era stato eliminato dalla lista dei reati. Per fortuna il Ministero della Salute si è accorto che la legge recava la dicitura “Testo Unico”, e tutte le leggi che riportano questa scritta o la dicitura “codice” non possono essere abrogate con il metodo “sbrigativo” di Calderoli che aveva cancellato qualsiasi legge precedente al 1970. In questo modo l’articolo incriminato rimane dov’è, ed i consumatori sono di nuovo tutelati.

Spiega l’avvocato Dario Dongo, responsabile delle politiche regolative di Federalimentare:

Potremmo usare la metafora dell’Arca di Noè per descrivere questo meccanismo di semplificazione: si caricano sull’Arca (che è poi il decreto legislativo di attuazione, d.lgs. 179/09) i soli provvedimenti, tra quelli anteriori all’1/1/70, che interessa mantenere in vita; sono tuttavia “membri di diritto” dell’Arca, secondo la norma sopra citata, i codici e i testi unici tra cui appunto codice civile (del 1942), codice penale (del 1930) e anche la 283/62; tutte le altre normative vengono spazzate via dal diluvio universale.

A confermare la tutela è l’Ufficio Studi del Senato che ha stabilito il mantenimento della legge in quanto

reca disciplina sanitaria degli alimenti e delle bevande.

Ma in cosa consiste questa legge? Nulla di più semplice. Essa dice infatti che è vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere o somministrare come merce ai propri dipendenti, sostanze alimentari private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore, conservate male, con cariche microbiche superiori ai limiti stabiliti, insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive, con aggiunta di additivi chimici di qualsiasi natura non autorizzati o fuorilegge, o che contengano prodotti tossici per l’uomo.

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[Fonte: Repubblica]