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Fratture, curarle grazie agli ultrasuoni

 Ultrasuoni a bassa intensità possono rivelarsi davvero utili se si possiedono delle ossa rotte “capricciose” ovvero non intenzionate a rinsaldarsi  nei tempi definibili normali.

A queste conclusioni è giunto il National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) inglese, approvando gli ultrasuoni pulsati a bassa intensità come terapia non invasiva da utilizzare in caso di fratture.

Le prove dei benefici derivanti da questa terapia sono state presentate lo scorso dicembre al ministero della salute britannico, insieme a quelle della sua sicurezza. Una importante conferma arrivata soprattutto per tutte quelle rotture scomposte che per definizione presentano problemi al consolidamento.

Gli ultrasuoni pulsati possono quindi ora essere suggeriti come terapia da affiancare, ovviamente e come per ogni intervento, dopo aver informato il paziente adeguatamente ed averne ottenuto il consenso.

Una commissione di scienziati del ministero inglese, prima di promuovere la terapia, ha esaminato studi e casi in cui questa è stata applicata per un totale di 1.900 pazienti. Tutti i dati presi in considerazione hanno dato prova di efficacia e sicurezza su fratture recenti e non consolidate. E’ stato notato, attraverso alcuni studi, come il ricorso alla procedura in questione riduceva di circa il 34% il tempo necessario per la guarigione della frattura rispetto al gruppo di controllo non sottoposto a tale compendio medico. Non solo, in alcuni casi singoli(per l’esattezza 1.300, n.d.r.) la percentuale media di guarigione era pari all’89%.

In tutti gli studi presentati poi non erano stati rilevati effetti collaterali di rilievo. Un fattore questo influente in maniera sostanziale sulla decisione del NICE.

In questo caso gli  ultrasuoni, onde acustiche ad alta frequenza, agiscono stimolando la crescita e l’attività delle cellule responsabili della formazione dell’osso. Agendo al livello della rottura, accelerano il processo di guarigione. Entrando nello specifico della terapia, essa consiste nel posizionare una sonda, generatrice delle onde sulla pelle in corrispondenza della frattura. La durata del trattamentoè di circa 20 minuti al giorno e, per arrivare a completa guarigione, il tempo necessario va delle poche settimane a qualche mese.

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Fonte: Corriere della Sera