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Sabbiature per l’artrosi: come funzionano

Le sabbiature sono un rimedio molto antico contro i reumatismi e le affezioni osteo-articolari. In realtà si tratta di una terapia multifunzionale, in quanto riunisce l’effetto benefico del calore prodotto dalla sabbia a quello dei Sali minerali disciolti nel mare, ma che restano attaccati ai granelli di sabbia. Vediamo meglio come funzionano.

La sabbiatura o psammatoterapia, è un vero e proprio toccasana per svariate patologie, in primis artrosi e reumatismi, ma anche lussazioni, distorsioni, fratture, malattie allergiche e della pelle, osteoporosi e infiammazioni respiratorie.

Come funziona la sabbiatura? Prima di sottoporsi ad una seduta è necessario fare una visita medica con elettrocardiogramma, che si può effettuare anche direttamente presso l’istituto talassoterapico. La sabbiatura si svolge a fasi, quali:

  1. Doccia di acqua marina ed esposizione al sole: questa fase è preliminare alla sabbiatura e prepara l’organismo al trattamento.
  2. Sabbiatura: ci si sdraia all’interno di buche di 20-30 cm di profondità e di circa 2 mq, sul fondo delle quali c’è uno strato di sabbia asciutta di almeno 15 cm. La sabbia ha una temperatura tra i 48° ed i 60° e quando il paziente si è steso, viene ricoperto da uno strato di sabbia uniforme di circa 7 cm. La testa, invece, viene riparata da un tendalino. Questa fase, in genere effettuata tra le 11 e le 16 quando il sole è più forte, ha una durata di 20 minuti.
  3. Reazione: il paziente viene fatto entrare in una stanza in cui viene coperto da lenzuola e suda abbondantemente.
  4. Recupero: è l’ultima fase e prevede docce e rilassamento psico-fisico.

Perché il trattamento sia efficace è necessario ripetere le sedute per 15 volte consecutive. Va precisato, però che le sabbiature non sono indicate per tutti. Sono, infatti, assolutamente sconsigliate per chi soffre di malattie cardiache, ipertensione e ipotensione in quanto potrebbe causare degli sbalzi pressori e accelerazione del battito cardiaco. Sono controindicate anche per chi soffre di vene varicose, le donne in gravidanza, i diabetici, gli anemici, i nefropatici, i bambini molto piccoli e in caso di ferite non rimarginate.

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