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Il prurito: un mistero da svelare


I medici dividono il prurito in due grandi famiglie: “cum materia” o “sine materia“. Un modo per indicare, in latino, la presenza o meno di malattie evidenti e di segni visibili che ne accompagnano la comparsa o meno. Quando il prurito è “cum materia”, generalmente dipende da una patologia della pelle, come un’infiammazione o, viceversa, da un’allergia. Quando, invece, è “sine materia” può dipendere da problemi del metabolismo, della tiroide oppure da alterazioni che interessano il sangue, il rene, il fegato.

Altra causa può essere l’allergia, spiega il professor Roberto Bassi, primario dermatologo all’Ospedale Civile di Venezia. Ma, se si escludono, attraverso una corretta diagnosi, tutti questi fattori scatenanti, allora bisogna chiedersi se nasca dalla mente anziché dal corpo. Aggiunge ancora Bassi

Ed è proprio questo, il cosiddetto prurito psicogeno, che si viene a scoprire in almeno quattro casi su dieci. Colpisce in genere soggetti ansiosi e depressi. In questo caso il sintomo, cioè il prurito, è una risposta `disfunzionale’ che il paziente ha escogitato inconsciamente per risolvere difficoltà e problemi. I pazienti depressi, per esempio, presentano elevati livelli di CRF (fattore di rilascio corticale) e dell’ACTH (adrenocorticotrofina), molecole dello stress coinvolte nel complesso meccanismo di modulazione dell’istamina che, come è noto, eccita i neuroni provocando prurito. Anche per quello che riguarda l’ansia il processo è simile: il continuo stato di allarme fisiologico manda in tilt le molecole dello stress, le quali, a loro volta incrementano la produzione di istamina.

Alcune semplici domande possono aiutarci a capire la natura del nostro prurito psicogeno. Quando lo avverto di più? Dopo il lavoro, mentre parlo con il mio partner? Quali parti del mio corpo prudono? In quali casi si esacerba al punto da diventare insopportabile? Se penso alla mia infanzia avverto qualche spiacevole sensazione? Continua il professor Bassi

Dato che anche il prurito psicogeno è provocato dalla liberazione di istamina e, probabilmente, da altri mediatori chimici in grado di eccitare i neuroni cutanei io propongo, come primo intervento, farmaci per via topica (da spalmare sulla pelle) in grado di ridurre la secrezione di questa sostanza. Suggerisco, inoltre, di associarli a creme acidificanti che equilibrano il pH della pelle e trasmettono una sensazione di freschezza. A volte questo approccio terapeutico è sufficiente: il paziente riesce da solo a fare un’autoanalisi per scoprire la vera causa che scatena il suo problema. Segue a questa “presa di coscienza” una diversa pianificazione della vita. Tendente, per esempio, ad allontanare alcune situazioni che trasmettono ansia e, quindi, innescano il circolo vizioso che porta al sintomo”.

Attualmente, sono varie le cure utilizzate contro il prurito di origine psicologica. Pensiamo all’ipnosi, al training autogeno, alla psicoterapia cognitiva. Ma l’approccio elettivo, con l’88% di casi risolto, è rappresentato dalla Tecnica Strategica del professor Giorgio Nardone. Il protocollo di trattamento prevede solo sette sedute, durante le quali viene prescritta al paziente una cura ‘paradossale‘: grattarsi. Deve farlo, nella zona del corpo dove abitualmente avverte prurito, per 5 minuti, a ogni ora del giorno, anche quando non percepisce lo stimolo.Così la persona che si gratterà su ordine terapeutico e non sulla sua imposizione emotiva svuota il sintomo del suo potere. Spiega il professor Nardone

“Oltre all’applicazione della paradossale cura, il terapeuta stimola col dialogo il paziente a riconoscere la sensazione chiara che alimenta il problema. L’obiettivo è quello di aiutare il soggetto a provare disgusto verso la tentata soluzione: grattarsi”

Si trasforma, così, la percezione del problema. Esempio: se scopro che quel che faccio per farmi passare il prurito lo stimola di più mi viene automatico evitare di grattarmi. Ma se smetto di grattarmi, avverto un’emozione positiva, un’auto-gratificazione. Ed è proprio questo successo il clic terapeutico che aiuta ad avere fiducia nelle proprie risorse e ad usarle per risolvere il problema nascosto dietro al prurito.