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La morte di Whitney Huston scatena il caso: si prescrivono troppi psicofarmaci?

La morte di Whitney Huston ha riacceso le luci sull’eccessiva prescrizione di antidepressivi. La cantante, infatti, faceva uso di diversi farmaci, tra cui Xanax, Ativan e Valium, gli ansiolitici più prescritti sul mercato e non solo in America. Dei 3, poi, Xanax è quello che va di gran lunga per la maggiore, nonostante sia il più criticato da parte della comunità psichiatrica per il suo potenziale di dipendenza e i gravi problemi legati all’astinenza.

Xanax, infatti, rispetto ad altri psicofarmaci della sua classe, viene assorbito dal cervello in pochissimo tempo, all’incirca 10 minuti. In questo modo, si ottiene un rapido sollievo dall’ansia, tuttavia, l’effetto è molto breve, tanto da svanire nell’arco di 6-20 ore. Il paziente, così, inizia a prenderne sempre di più per mantenere lo stesso effetto, e 2 pillole al giorno diventano 4, poi 6, fino a perdere completamente il controllo della situazione.

Se questo non fosse un motivo già abbastanza serio per evitare la prescrizione dello Xanax, si aggiunge un ulteriore elemento preoccupante. Lo psicofarmaco, infatti, diminuisce la produzione di GABA, la naturale sostanza chimica che rallenta l’attività cerebrale quando le guaine cerebrali iniziano a surriscaldarsi, intaccando l’efficienza del cervello.

Quando un paziente smette di assumere lo Xanax il cervello non risponde immediatamente col ripristino della produzione di GABA al suo livello originale, che richiede tempo, e s’innesca il pericolo meccanismo dell’astinenza. Quella da Xanax è notoriamente dolorosa, con fortissimi mal di testa, nausea, diarrea e convulsioni, e non è raro finire all’ospedale al peggiorare dei sintomi.

Molti psichiatri continuano prescrivere questo antidepressivo perché funziona ed è economico, ma non negano che molti pazienti diventano dipendenti e che le difficoltà per smettere sono immense. Se a questo quadro già abbastanza desolante si aggiunge l’alcol, la combinazione può essere fatale, soprattutto se si è in una vasca da bagno. Gli psicofarmaci, infatti, rafforzati dall’alcol inviano un messaggio al cervello che dice al corpo che dovrebbe smettere di respirare.

Un’altra domanda che ha sollevato la morte di Whitney Huston, è perché spesso vengono prescritti più psicofarmaci per trattare la stessa condizione. Qualsiasi medico che prescrivesse a un paziente molti di questi farmaci tutti insieme forse meriterebbe di finire sotto inchiesta.

In Italia i dati dell’Osservatorio Nazionale (OSMED) evidenziano che il consumo di antidepressivi nell’ultimo decennio (2000-2009) ha avuto un incremento medio annuo del 15,6%, con un aumento dal 16,2 dosi giornaliere per 1.000 abitanti del 2001 al 34,7 dosi del 2009. E’ importante, perciò, informarsi in modo attento e non accettare facili diagnosi psichiatriche.

Via|CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus; Photo Credit|ThinkStock