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Succhi di frutta, attenzione ai batteri

 I succhi di frutta fanno bene o male? Ormai gli esperti sono giunti alla conclusione quasi unanime che i succhi (quelli veri, con un certo contenuto di frutta e non solo di essenze e coloranti), possono fornire elementi nutrizionali essenziali. Il tutto se non si eccede nelle quantità e sempre tenendo presente che un’arancia o una mela fresca sono sempre la scelta migliore. Dalla FDA (Food and Drug Administration) americana arriva però un nuovo allarme, circa i batteri, che tende a sottolineare l’importanza dell’igiene in cucina ed il corretto trattamento degli alimenti, succhi di frutta compresi.

Di recente infatti la FDA ha ricevuto numerose segnalazioni di focolai di gravi malattie trasmesse da succhi di frutta e passati di verdure non adeguatamente trattati per prevenire lo sviluppo di batteri nocivi o distruggere quelli presenti. Il rischio nel contrarre questi microrganismi è particolarmente rilevante nei bambini e negli anziani, con un sistema immunitario più fragile rispetto agli adulti sani. Già dal 1999, la FDA ha richiesto ai produttori di succhi di inserire determinate avvertenze per la salute, sui contenitori dei prodotti non trattati (benché si tratti di una minima parte di tutto ciò che viene commercializzato al riguardo). In particolare la dizione precisa che va apposta è la seguente:

“ATTENZIONE: questo prodotto non è stato pastorizzato e, pertanto, può contenere batteri nocivi che possono causare gravi malattie nei bambini, negli anziani e nelle persone con sistema immunitario indebolito.

Ma questo può bastare per essere sicuri? Prima di tutto va detto che questa etichettatura non è richiesta per i prodotti freschi, spremuti e venduti al bicchiere ad esempio, per cui sarebbe sempre opportuno domandare se la bevanda è stata trattata prima di assumerla. Per il resto, bastano semplici accortezze, valide in ogni parte del mondo, anche da noi in Italia: leggere sempre l’etichetta per comprendere se si tratta di succhi trattati o meno; avere consapevolezza dei sintomi (vomito, diarrea, dolore addominale, febbre e malessere generale) e rapidità nel contattare uno specialista; ma anche trattare i prodotti per proprio conto in casa.

Il rischio non si elimina infatti facendo da soli il proprio succo di frutta, anzi! Anche spremere un’arancia o grattugiare una mela può comportare una contaminazione batterica, per cui è sempre molto importante lavarsi le mani e fare altrettanto con la frutta e la verdura che si intende trattare; tenerla separata poi da altri alimenti che potrebbero essere contaminati; all’occorrenza cuocere o surgelare, per distruggere eventuali batteri. Queste metodiche possono eliminare alcuni elementi nutrizionali? E preferite una spremuta d’arancia fresca? Di certo non potete bollire un succo di frutta alla pera? Ricordate di non lasciare in giro per troppe ore o giorni i contenitori pieni di succhi di frutta, piuttosto riponeteli nel frigo adeguatamente coperti, in bottiglia o barattolo e consumateli quanto prima.

Fonte: FDA

Foto: Getty Images