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Tumore al seno: a Natale mangiamo “arancione”

Tumore al seno? Combattiamolo tingendo il Natale di arancione. Lo stesso che può identificare idealmente i carotenoidi. Se vi state chiedendo perché è presto detto: una ricerca recentemente condotta negli Stati Uniti suggerisce che le donne che hanno livelli più alti di queste sostanze nel sangue possono contare su una maggiore protezione nei confronti del cancro.

Parliamo di uno studio revisionale che ha preso in considerazione oltre settemila donne, di cui 3.055 con diagnosi di tumore del seno e 3.956 sane ed “utilizzate” come gruppo di controllo. La dott.ssa  Heather Eliassen ed i ricercatori della Channing Division of Network Medicine del Department of Medicine presso il Brigham & Women’s Hospital e l’Harvard Medical School hanno analizzato i dati in loro possesso, provenienti da otto studi internazionali, per comprendere se vi potesse essere una correlazione tra la presenza o meno nel sangue dei carotenoidi ed il manifestarsi del cancro al seno.

Le loro conclusioni sono state pubblicate sulla rivista di settore Journal of National Cancer Institute e indicano come vi sia una significativa associazione  di tipo inverso tra i livelli di carotenoidi nel sangue e il rischio di tumore al seno.  Ovvero: più alti i livelli, maggiore la protezione. Gli scienziati hanno potuto constatare una validità particolare nei confronti dei tumori estrogeno-negativi. Commentano in una nota:

Le associazioni inverse che abbiamo osservato tra i tumori ER-negativi evidenziano i carotenoidi come uno dei primi fattori di rischio modificabili per questo tipo di infausta prognosi del tumore . Una dieta ad alto contenuto in carotenoidi per mezzo di frutta e verdura, quindi, offre molti benefici per la salute, tra cui un possibile ridotto rischio di cancro al seno.

Tra gli alimenti promossi quindi, tutto ciò che è arancione e contiene betacarotene. In particolare la zucca, le carote, le albicocche, il mango, la papaia. Vale la pena di portare un po’ di “arancione” nelle nostre tavole? Direi di sì.

Fonte | Journal of National Cancer Institute

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