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Fecondazione assistita, con farmacogenetica più sicura

 La fecondazione assistita o procreazione medicalmente assistita (PMA) è nel nostro Paese sempre al centro dell’attenzione per ciò che riguarda aspetti etico-legislativi (non ultimo il caso della Corte Europea che ha definito “incoerente” la nostra Legge 40), ma si tende a dimenticare che rappresenta la soluzione alla genitorialità per numerose coppie: 45.000 in Italia ogni anno. L’età della maternità si sposta sempre più avanti negli anni con le problematiche conseguenti (una over 35 su tre ha difficoltà a portare avanti una gravidanza oltre che a concepire un bambino) e numerose sono anche le cause che provocano infertilità nel 20% delle coppie di tutto il mondo.

Fecondazione assistita e nuove prospettive

C’è dietro a tutto questo una grande sofferenza emotiva e la soluzione nella fecondazione assistita non è sempre certa, anche se le tecniche in questo senso stanno migliorando di molto anno dopo anno, aumentando le possibilità di successo. L’ultima acquisizione è quella della farmacogenetica applicata alla stimolazione ovarica. A praticare queste nuove metodiche in Italia purtroppo solo una struttura convenzionata con il SSN, il Centro di eccellenza per la PMA Chianciano Salute, che sta portando avanti anche importanti ricerche scientifiche sulla selezione degli ovociti e sulla proteina SGK1 individuata di recente e responsabile in base alle sue concentrazioni della possibilità di concepimento e delle percetuali di abortività.

Cos’è la farmacogenetica

La farmacogenetica può essere tranquillamente definita come la medicina del futuro perché sarà sempre più applicata per individuare per ogni paziente il giusto farmaco alle dosi adeguate, con lo scopo di ottenere una maggiore efficacia con minori effetti collaterali. Tutto nasce dall’assunto evidente che i medicinali non hanno lo stesso effetto su tutte le persone: la farmacogenetica mira dunque a personalizzare le cure andando ad analizzare il dna degli individui da trattare.

 Farmacogenetica e fecondazione assistita

La farmacogenetica, particolarmente interessante in ambito oncologico, è applicabile a qualunque settore medico. Anche alla fecondazione assistita.  Questa viene applicata in relazione alla stimolazione ovarica che dunque diventa sempre più personalizzata e a misura di donna. Spiega Raffaele Aiello, Biologo Citogenetista, Responsabile del Laboratorio di Chianciano Salute:

 “le pazienti sono sottoposte ad analisi farmacogenetiche per conoscere il loro polimorfismo genico. In questo modo si è in grado di prevedere il tipo di risposta alla stimolazione ovarica e quindi di scegliere il tipo di farmaco e stabilire il dosaggio corretto per ogni singola donna, sulla base del suo specifico profilo genetico. Questo permette di cancellare i rischi e le problematiche correlate al sovradosaggio di ormoni”.

 

Foto: Thinkstock

Fonte: Chianciano salute