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Scoperto da un italiano un farmaco all’arsenico che sconfigge la leucemia

La leucemia mieloide cronica potrebbe presto avere una cura, grazie ad un farmaco a base di arsenico, che ne sconfigge le cellule staminali.

Una straordinaria scoperta emersa dalla ricerca di Paolo Pandolfi, direttore del programma di genetica del cancro alla Harvard University di Boston. Le staminali tumorali, responsabili della terribile malattia, resistono spesso ai trattamenti più aggressivi, riemergendo anche a distanza di anni.

Il nuovo farmaco è riuscito però a sconfiggerle, suscitando nuove speranze per una possibile e definitiva cura.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature e, come tutte le scoperte di trattamenti nuovi per malattie così gravi, ha subito suscitato un immediato interesse.
Il farmaco a base di arsenico, usato già nella medicina cinese, potrebbe funzionare anche su altre forme tumorali e, in tal caso, si tratterebbe di una delle scoperte più importanti degli ultimi anni, relative alla lotta al cancro.
Bloccare le cellule che provocano l’insorgenza dei tumori e che alimentano la diffusione del cancro significherebbe debellare la malattia più temuta e diffusa oggigiorno.

Pandolfi, originario di Roma, lavora da anni come ricercatore negli Stati Uniti, collaborando in Italia com l’Istituto per i tumori Regina Elena di Roma. Allo studio che ha portato a questa scoperta ha partecipato il dipartimento di ematologia dell’università di Torino.

Già negli ultimi anni, come si legge in un articolo di Francesco Marabotto, gli scienziati avevano scoperto un farmaco, gleevec, capace di arrestare il segnale chimico inviato dalla proteina abnorme, responsabile della proliferazione delle cellule cancerose.
Questo medicinale non curava del tutto la malattia, dal momento che le staminali della leucemia rimanevano intatte e dormienti.
Il nuovo farmaco all’arsenico, bloccando la proteina che le tiene sopite, riesce a risvegliarle, facendole sì proliferare, ma esponendole in tal modo agli attacchi delle terapie anticancro, per eliminarle totalmente.
Pandolfi ha così spiegato il funzionamento delle staminali tumorali:
Tutti i tumori sia quelli del sangue sia quelli solidi hanno un grande numero di cellule neoplastiche; ma esiste un piccolo numero di esse, le staminali, che hanno la capacità di dare avvio al tumore e di solito sono molto resistenti ai farmaci e alla radioterapia; esse hanno la capacità di diventare quiescenti, di addormentarsi; la conseguenza è che mentre le altre cellule leucemiche sono vulnerabili ad alcune terapie come la chemio o trattamenti più mirati come le cure mirate come gli anticorpi monoclonali, esse schivano gli attacchi; assomigliano ad un’autovettura che ha del carburante inesauribile e un robusto sistema di freni.
Le ricerche sul farmaco all’arsenico proseguono, per testarne l’efficacia sui tumori solidi. Aspettiamo con ansia l’evolversi dello studio, dal momento che la cura definitiva dei tumori sarebbe celebrata come uno tra i più grandi miracoli della medicina odierna.