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Legge Basaglia: a trentanni dall’entrata in vigore gli psichiatri delineano il quadro dell’assistenza in Italia

Si celebra in questi giorni il trentennale dell’entrata in vigore della Legge Basaglia, promulgata il 13 Maggio del 1978. Per l’occasione gli psichiatri della Società italiana di psichiatria, riunitisi a Milano, hanno diffuso i risultati di un’indagine realizzata dal Centro studi e ricerche in psichiatria di Torino, in collaborazione con la Sip, che offre un quadro dettagliato dello stato dell’assistenza psichiatrica nel nostro paese.

Secondo l’indagine, condotta fra il 2004 e il 2007, il 42% degli italiani affetti da un disturbo psichico (circa 2 milioni) sono adulti fra i 18 e i 44 anni. Il 29% di essi è affetto da psicosi, il 25% da disturbi dell’umore, e il 22% da disturbi d’ansia. Il 57% dei pazienti in cura sono donne, fra le quali ansia e depressione sono diffuse il doppio che negli uomini. In particolare, mentre si registra una diminuzione dei casi di psicosi, che rappresentano il 14% dei nuovi accessi nei centri di salute mentale italiani, ad essere in costante aumento sono disturbi dell’umore, d’ansia, di personalità, del comportamento alimentare, da uso di sostanze psicoattive. Solo un paziente su dieci viene inviato al Centro di salute mentale dal proprio medico di base.

In Italia si contano oltre 3 mila strutture psichiatriche pubbliche all’interno delle quali lavorano 30 mila operatori. I 76 manicomi attivi in Italia nel 1978, quando la legge 180 ne decretò la chiusura, sono stati sostituiti da 707 Centri di salute mentale, 210 Dipartimenti di salute mentale, 276 Servizi psichiatrici di diagnosi e cura, 23 Cliniche psichiatriche universitarie, 260 Day Hospital, 835 Ambulatori territoriali-distrettuali, 514 Centri Diurni, 36 Centri crisi, 1045 Strutture residenziali. Il 58% dei Csm è in grado di erogare diagnosi a pazienti stranieri e il 49% di prenderli in carico.

Più diffusa che in passato anche la Depressione post-partum. Tra i fattori di rischio per l’insorgenza di disturbi psichici, come afferma il presidente della Sip A. Siracusano, non solo determinanti di natura medico-biologica, ma anche sociali e ambientali. Quanto ai tempi d’attesa, si aggirano intorno ai 7,8 giorni quelli per ottenere un primo colloquio. Mentre passano circa 18 mesi prima di arrivare alla diagnosi e al trattamento in caso di psicosi.