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Glicata alta: zucchero d’uva ed altri dolcificanti: nutrizionista risponde

L’emoglobina glicata è un’analisi che consente di tenere sotto controllo i valori medi di glicemia nel paziente affetto da diabete e di valutare il rischio nei non diabetici. Se la glicata è alta, quali dolcificanti usare? Lo zucchero d’uva può andar bene? Risponde la nutrizionista dottoressa Maria Assunta Coppola.

Richiesta di Consulto Medico

“Ho comprato una marmellata dolcificata con zucchero d’uva, posso consumarne in piccolissima quantità anche se la mia glicata è 5.9, ma tutti gli altri valori sono ampiamente nella norma? Se no cosa mi consiglia di consumare come dolcificante ? Grazie.”

Specializzazione:  Nutrizione Clinica

Tipo di Problema: impiego dello zucchero d’uva

La risposta è affidata alla dottoressa Maria Assunta Coppola, nutrizionista:

” Cara signora, nel soggetto non diabetico, un emoglobina glicata pari a 5,9 % è assolutamente nella norma. Se, tuttavia, supera il valore di 6 % e non oltrepassa il valore di 6,4 %, entriamo nell’intervallo di rischio, sicuramente da monitorare per evitare di andare incontro alla diagnosi di diabete conclamato. Nel suo caso, un paio di cucchiaini di marmellata dolcificata con zucchero d’uva al mattino non può farle male, sopratutto se accompagnata da alimenti a basso indice glicemico, come fette biscottate integrali, uno yogurt magro con aggiunta di crusca d’avena o il latte parzialmente scremato.

Tra i dolcificanti naturali che possono evitare di peggiorare il suo quadro, le alternative sono innumerevoli. Esiste la stevia, con un bassissimo indice glicemico ma con potere dolcificante di 250-300 volte maggiore rispetto lo zucchero da tavola che, tuttavia, può non essere gradito da tutti in quanto presenta un retrogusto leggermento amaragnolo. Può optare invece per lo sciroppo d’acero, un liquido dolcificante ambrato ottenuto dalla linfa degli aceri. Questo prodotto ha tanti vantaggi, tra i quali ricordiamo la presenza di vitamine e oligoelementi, l’ indice glicemico e l’ apporto calorico minore rispetto lo zucchero classico ( 260 kcal/ 100 gr vs 399 kcal/ 100 gr ), e un potere dolcificante maggiore.

Infine può provare l’amasake, dolcificante naturale ottenuto dalla fermentazione del riso integrale, che presenta basso apporto calorico ( 153 kcal per 100 gr), o ancora il succo d’agave, ottenuto dall’omonima pianta, caratterizzato da un basso indice glicemico e un potere dolcificante maggiore del saccarosio. Mi tenga aggiornata,
un caro saluto”.

La dott. ssa Coppola biologa nutrizionista, lavoro presso l’Istituto Nazionale Tumori-Pascale (Napoli) occupandosi della nutrizione clinica dei  pazienti  oncologici. Dirige il Consultorio di Prevenzione e Assistenza Oncologica, presso la Fondazione Bartolo Longo a Pompei. Riceve a Pompei e Scafati , info al 328-2761714 –  [email protected].

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