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Giornata Mondiale dell’Epatite, l’importanza del test

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Epatite. Un occasione per puntare i riflettori su quello che si può definire un “killer” silenzioso formato da un insieme di malattie infettive che colpiscono il fegato causando spesso, se non curate, conseguenze gravi a chi ne è affetto. Eseguire il test per diagnosticarle è importante.

Una delle problematiche principali di questa malattia è infatti correlata al fatto che i malati spesso e volentieri non sanno di essere affetti da epatite. Per questo motivo gli esperti spingono affinché i test vengano eseguiti con maggiore frequenza ed inseriti negli esami di routine. E contestualmente sottolineano l’importanza di campagne di prevenzione e controllo, al fine di ridurre il numero di contagiati ed evitare che sviluppino, per gli stessi comportamenti pericolosi (pensiamo a chi fa uso di droghe endovena, N.d.R.), anche l’HIV.

L’epatite virale è considerata dagli esperti una delle patologie più pericolose al mondo, presente in 5 varianti differenti: la A, la B, la C, la D e la E. Tutte esse sono in grado di causare nei pazienti delle malattie croniche che, se non tenute sotto controllo attraverso terapie specifiche, possono portare anche alla morte. Si stima che ogni anno muoiano di epatite e patologie correlate circa 1,4 milioni di persone. Le varianti più diffuse, e quelle di cui si parla spesso, sono l’epatite B e l’epatite C. Soprattutto quest’ultima è salita agli onori della cronaca per via della messa a punto di un farmaco, il sofosbuvir, efficace nell’eliminare il virus dal sangue fino al 90% ed oltre dei casi. Unico problema il suo costo, ampiamente proibitivo e pari a circa 80mila euro a trattamento. Qui in Italia si può accedere a questa terapia, al momento, tramite le cure compassionevoli.

La Giornata mondiale dell’Epatite può rappresentare un’ottima occasione per informarsi sulle ultime novità, su come la ricerca stia progredendo in tal senso e su come gestire il contagio di queste malattie. Sottolinea la dottoressa Margaret Chan, direttore generale dell’OMS:

Per anni, questa malattia è stata ampiamente trascurata. Ma ora stiamo cominciando a vedere una maggiore consapevolezza e uno sforzo globale per affrontare il problema.

Speriamo che tale consapevolezza duri nelle persone.

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