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Cleptomania: una sindrome da star

La cleptomania fa parte della schiera dei disturbi del controllo degli impulsi.
Questa sindrome può essere definita come la ricorrente e reiterata incapacità di resistere al’impulso di rubare oggetti che non hanno utilità personale e spesso neanche un gran valore commerciale.
Il furto non viene mai compiuto per vendetta, per rabbia nè sotto gli effetti di droghe o allucinogeni.
E’ semplicemente dettato da un bisogno impellente di rubare e dall’incapacità e debolezza del soggetto che non riesce a trattenersi, e ad opporre resistenza al suo irrefrenabile stimolo di “prendere“.

Il cleptomane punta su articoli di poco prezzo e una volta rubati li regala o li butta via.
Può addirittura capitare che li conservi, per poi restituirli in seguito, senza farsi scoprire. Questo testimonia il completo disinteresse nei confronti dell’oggetto sottratto.


Tra i vip la cleptomania è un disturbo molto diffuso.
Basti pensare ai “furtarelli” di Winona Ryder, sorpresa più di una volta a rubare abiti.
Anche fra la gente comune, a rubare sono spesso ragazze ricche, di buona famiglia, che non ne avrebbero alcuna necessità.
Ma cosa spinge anche persone ricche e non bisognose a rubare?
La voglia di attirare l’attenzione, di compiere una bravata, di rischiare.
Spesso i cleptomani sono affetti anche da altre patologie come anoressia, bulimia, sessualità ossessiva, abuso di alcool e droghe.
Il paziente affetto da cleptomania non programma mai il furto, lo mette in atto da solo senza alcun complice e sta molto attento a non essere scoperto ed arrestato.

L’atto di rubare è preceduto da una sensazione di crescente tensione accompagnata da piacere, gratificazione e sollievo in seguito al furto. Solo successivamente il paziente si rende conto dell’insensatezza del gesto e, scomparsa l’euforia iniziale, può cadere in uno stato di depressione e covare un forte senso di colpa.
La cleptomania è un disturbo compulsivo molto grave, perchè può avere ripercussioni sulla vita sociale, a livello familiare, lavorativo, e ovviamente provocare difficoltà legali.

Si può esserne colpiti a qualsiasi età, anche se è raro che si manifesti per la prima volta in tarda età adulta. Generalmente ha inizio nella fanciullezza, nell’adolescenza e in età adulta.
Ad essere maggiormente colpite sono le donne dei ceti abbienti. Gli uomini, più aggressivi, sfogano i loro impulsi nel gioco d’azzardo. Le donne, invece, trovano nello shopping il canale di sfogo.
La patologia può verificarsi in forma sporadica o assumere una forma cronica, che porta a rubare con una certà regolarità e assiduità, senza lasciar intercorrere periodi di pausa troppo lunghi fra un furto e l’altro. Anche se i soggetti subiscono condanne multiple per furto il disturbo può continuare per anni.