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Aids/HIV: nuove speranze da un vaccino ideato in Spagna?

 Un nuovo vaccino contro l’Aids/ Hiv avrebbe superato i test di Fase I della sperimentazione sull’uomo, col 92% di risposte positive. E’ciò che emerge da un articolo pubblicato sul numero di Ottobre della rivista scientifica Journal of Virology. Il suddetto vaccino è opera di un gruppo di scienziati spagnoli, del Consiglio Superiore della Ricerca Scientifica (Csic), del Gregorio Maranon Hospital di Madrid e dell’Hospital Clinic di Barcellona, guidati da Mariano Esteban (direttore del Csic). Ma vediamo di preciso di cosa si tratta e se veramente si può parlare di vaccino preventivo.

Il farmaco in questione era già stato testato nel 2008 sugli animali, in particolare su topi e scimmie con medesimo successo, ed il suo prossimo futuro è quello della sperimentazione su persone affette da HIV, perché la fase in questione è stata testata su volontari sani. E questo fatto va subito spiegato: nessuno si è vaccinato per poi farsi inoculare il virus e vedere l’effetto che faceva! Perché lo studio era volto “solo” alla capacità del vaccino MVA-B (questo il suo nome) di stimolare la risposta del sistema immunitario ad una eventuale infezione.

Spieghiamo meglio: alla ricerca scientifica hanno partecipato 30 volontari sani, 6 hanno assunto placebo, mentre agli altri (24) è stato somministrato il farmaco sperimentale. Tre dosi per via intramuscolare in tre settimane e la valutazione dopo 48. 22 persone su 24 hanno sviluppato la corretta risposta immunitaria. Specifica Esteban:

“il nostro organismo è pieno di linfociti, ciascuno dei quali è programmato per combattere contro un patogeno diverso. L’iniezione contiene quattro geni dell’HIV che stimolano lo sviluppo di linfociti T e B che sono tipi di globuli bianchi (n.d.r. in particolare T CD4 + e CD8 +specifici per combattere l’HIV).  Le cellule linfocitarie T sono in grado di rilevare e distruggere le cellule infette, mentre le B producono anticorpi che attaccano i virus prima che possano infettare le cellule stesse. Uno stimolo è necessario perché l’organismo da solo non è in grado di sconfiggere naturalmente l’Hiv.”

Ma lo studio ha dimostrato una cosa in più, cioè che la risposta immunitaria si è mantenuta attiva: dopo 11 mesi i volontari avevano ancora gli anticorpi specifici. E questo è il vero passo importante, che a detta degli studiosi, potrebbe rendere il virus dell’HIV equivalente a quello di un herpes, ovvero un’infezione cronica che si può tenere sotto controllo.

Va detto però che è presto per parlare (come si è fatto!) di un vaccino. Lo stesso Esteban ha definito il tutto come un lavoro “promettente”, ma non decisivo. Il fatto che si sviluppino gli anticorpi, non equivale necessariamente ad una “protezione” dall’infezione, cosa che un vaccino dovrebbe invece fare. Certo è che MVA-B ha dimostrato una potenza unica rispetto ad altri finora testati: il passo successivo è quello di testarlo in persone con HIV, per vedere se funziona come un “terapeutico” riducendo l’aggressività virale e dunque “proteggere” dallo sviluppo della malattia Aids.