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Hiv, cambiano le modalità di contagio tra la gente

Cambiano le modalità di trasmissione più diffuse dell’HIV ma rimangono stabili i contagi: è questa la fotografia dell’attuale andamento dei contagi di questo virus nel nostro paese secondo l’Istituto Superiore di Sanità.

Ed il sesso non protetto rimane la prima forma di trasmissione della sieropositività. E’ questo il quadro che si presenta mentre ci approcciamo a celebrare la Giornata mondiale contro l’Aids domani, 1 dicembre. La situazione italiana non è delle più rosee. Perché nonostante il numero dei contagi sia pressoché invariato annualmente, esso è frutto di una pericolosa abitudine: quella di non utilizzare il preservativo od addirittura, come dimostra un trend attualmente in corso, di cercare volontariamente il contagio. In questo caso la sessualità purtroppo sembra fare da spartiacque tra gli italiani e gli stranieri residenti nel nostro paese. Aumentano infatti le diagnosi tra gli uomini omosessuali e tra gli stranieri eterosessuali. Ed in entrambi i casi la colpa è da dare alla poca coscienza e amore per se stessi degli individui: perché non usare il preservativo?

La ricerca condotta dall’Istituto di Sanità ha portato alla luce un altro dato allarmante: si abbassa il numero delle diagnosi precoci a favore di una scoperta della malattia ad aids conclamato, quando l’infezione da virus dell’HIV è ormai avanzata e sono comparsi i primi sintomi o i linfociti CD4 sono bassi.

Tutto questo denota un quadro davvero preoccupante per ciò che concerne la situazione aids in Italia e sottolinea, se ce ne fosse stato bisogno, quando sia necessaria un’occasione come quella data dalla Giornata Mondiale contro l’Aids, nella quale insistere sulla prevenzione e sulla conoscenza. E’ inconcepibile che nella nostra società ancora non sia chiara l’importanza dell’utilizzo del preservativo e del sesso sicuro per salvarsi da malattie a trasmissione sessuale, siano esse facilmente gravi o incurabili come l’HIV. E’ vero, la medicina ha fatto passi da giganti ed i farmaci antiretrovirali sono in grado di tenere sotto controllo quasi sempre l’infezione, ma perchè mettersi in pericolo quando se ne può fare a meno?

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