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Glicemia, l’effetto yo-yo fa male al cuore

L’effetto yo-yo gella glicemia fa male al cuore e rischia di danneggiare le sue funzionalità e la forza. A sostenerlo, sono i ricercatori dell’Università di Tor Vergata, che hanno pubblicato i risultati del loro studio su “Diabetes Care”. Gli studiosi, hanno preso in esame un gruppo di 26 persone, con diagnosi di diabete di tipo 2, che per tenere sotto controllo i valori glicemici seguivano una dieta ad hoc o facevano uso di ipoglicemizzanti orali.

Gli esperti, così, attraverso un sensore sottocutaneo, hanno analizzato i valori della glicemia su 24 ore, e hanno misurato la pressione e l’emoglobina glicata. Al termine del test, ai pazienti è stata fatto un elettrocardiogramma per valutare le condizioni di salute del cuore e la sua funzionalità, ma anche una valutazione dell’endotelio vascolare e del livello di stress ossidativo.

Chiaramente, per verificare che gli sbalzi glicemici fossero causati esclusivamente dal diabete, i ricercatori hanno escluso dallo studio tutti quei pazienti con complicazioni o che assumevano farmaci in grado di scatenare l’effetto yo-yo della glicemia.

Dai risultati della ricerca, è emerso come un numero maggiore di oscillazioni nella glicemia nel corso delle 24 ore fosse collegato ad un aumento del rischio di disfunzioni del ventricolo cardiaco destro, deputato al flusso sanguigno e che, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, risulta danneggiato.

Secondo i ricercatori, dunque, le funzionalità cardiache potrebbero essere compromesse dall’oscillazione della glicemia, che provocando uno stress ossidativo sulle pareti dei vasi, danneggerebbe l’endotelio.

Come afferma una delle ricercatrici:

Ciò dimostra che gli attuali strumenti per misurare la glicemia non bastano: sono necessari quelli che misurano la glicemia in continuo e che permettono di valutare i livelli glicemici su tutta la giornata. Ma si tratta, almeno per il momento, di strumenti estremamente costosi e inoltre, non esistono ancora criteri standard per selezionare i casi da sottoporre al test né per valutare i risultati ottenuti.

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Fonte: Adnkronos