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Tumore, applicazione smartphone per rilevarlo?

Rilevare la presenza di un tumore attraverso l’applicazione di uno smartphone? Ad una prima analisi sembrerebbe pura fantascienza, ma è ciò che un gruppo di ricercatori americani, nello specifico quelli del Massachusetts General Hospital di Boston, hanno in mente di proporre per arrivare a diagnosi più veloci di queste patologie.

Si tratterebbe, in realtà, di una scannerizzazione totale dell’organismo ottenuta grazie un particolare chip tenuto in collegamento con uno smartphone.

Ovviamente alla base di tutto ciò vi è una tecnologia molto più complessa rispetto a quello che si potrebbe pensare. La scannerizzazione in questione infatti avverrebbe attraverso un dispositivo in grado di analizzare il corpo umano utilizzando una risonanza magnetica nucleare “tascabile”.

Verrebbero quindi utilizzate delle nanoparticelle magnetiche per verificare e quantificare il livello delle proteine presenti nel corpo. Questo mini circuito elettronico-magnetico, in pratica, analizzerà l’organismo alla ricerca di marcatori tumorali, spedendo direttamente i risultati di questa lettura a del personale medico qualificato tramite l’applicazione installata nel telefono.

Non si tratta di qualcosa di impossibile, una sperimentazione in tal senso è  già in atto nel nosocomio americano, su 50 pazienti. Nel 96% dei casi presi in considerazione il dispositivo è stato in grado di individuare il tumore in maniera corretta. Il margine di errore riscontrato, pari al 4%, è stato poi annullato, spiegano i ricercatori, grazie alla seconda sperimentazione su 20 pazienti: in questo caso lo scanner non ha mai fallito.

Si tratta di un metodo davvero all’avanguardia se si pensa che, attualmente, gli strumenti in uso per la rilevazione del cancro hanno una affidabilità pari all’84%.

Il chip, inoltre, avrebbe il vantaggio di essere decisamente più veloce rispetto ai normali test utilizzati dai nosocomi. È in grado infatti di fornire risultati certi in meno di un’ora: il tempo medio di attesa attuale si staglia al contrario sui tre giorni. Ovviamente non si tratta di una metodologia priva di difetti; problemi che necessitano di essere “sistemati” prima di dare ufficialità ad uno strumento simile.

Va da sé che una volta sistemati questi problemi, tale metodo potrebbe rivelarsi utile ad evitare fastidiose e dolorose biopsie.

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Fonte: Italia Salute