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Tumore alla vescica: favorito da farmaco antidiabete?

 Può un farmaco antidiabete, importante per la salute creare problemi ad altri organi, come ad esempio favorire in qualche modo l’aumento dell’incidenza del tumore alla vescica? La risposta, secondo il Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea dei Medicinali è positiva. A cadere sotto la lente di ingrandimento il pioglitazone.

E’ per questo motivo che l’agenzia ha deciso di ridefinire le categorie di pazienti adatti ad assumere i farmaci come Actos, Glustin, Competact, Glubrava e Tandemact , tutti basati sul principio attivo sopracitato.  Il rapporto beneficio /rischio infatti deve essere a favore della prima variabile di questa correlazione. Il comitato quindi consiglia

di non utilizzare pioglitazone nei pazienti che già presentano un cancro alla vescica  o ematuria macroscopica non indagata. Spiega in una nota:

Prima di iniziare la terapia con pioglitazone, devono essere valutati i fattori di rischio per cancro della vescica. Alla luce dei rischi legati all’età, negli anziani deve essere valutato attentamente il bilancio dei benefici e dei rischi sia prima di iniziare la terapia che durante la terapia.

Ed aggiunge:

I medici prescrittori devono rivalutare il trattamento dei pazienti in terapia con pioglitazone dopo 3-6 mesi (e successivamente con regolarità) per garantire che solo i pazienti che ne traggono sufficiente beneficio continuino ad assumerlo.

La decisione dell’agenzia del farmaco si è basata su un ampio campione di pazienti in tutta Europa, valutando l’insorgenza di cancro della vescica in concomitanza del palesarsi di diabete.  Si tratta di un rischio lieve, se visto in termine assoluto, ma pesante se si pensa al piano relativo dello stesso: parliamo di un rischio dello 0,15% in pazienti trattati con pioglitazione rispetto allo 0,07% del gruppo di controllo.

Al momento non si sa se l’effetto indesiderato del farmaco si palesi precocemente o dopo un uso prolungato. Per questo motivo il comitato ha deciso di richiedere alla Commissione Europea la possibilità di effettuare uno studio più approfondito.

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Fonte: Q.S.