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Trichomonas e clamidya: pochi i dati di diffusione in Italia

Tra le altre infezioni che si possono contrarre at­traverso un rapporto sessuale ci sono la trichomonas genitale, i conditomi accumi­nati e la Chlamydia. Ci spiega meglio il prof. Arisi:

«La prima è causata da un microrganismo unicellulare, un protozoo flagel­lato che “nuota”  frequentemen­te nell’apparato genitale maschi­le e femminile»

Ogni anno sono circa 7 milioni e mezzo i nuovi casi al mondo. Nell’uomo, dopo un paio di settimane dal conta­gio, può comparire una lieve uretrite con prurito e perdite chiare al mattino. Ma in genere non ci sono sintomi e quindi può trasmetterla ad altri partner sen­za saperlo.

«Nella donna causa invece una vulvo-vaginite, con perdite giallo-verdastre e schiu­mose, prurito, bruciore e dolore durante i rapporti»

I condilomi acuminati, detti “creste di gallo“, sono causati dal virus HPV (Human Papilio­ma Virus) e sono trasmessi per lo più per via sessuale. Il periodo di incubazione va da qualche settimana a pochi mesi.

«Si presenta con piccole escrescenze rosa, rotondeggianti, con la su­perficie rugosa»

 Se non sono trattati tendono a crescere fino a dare masse a forma di cavolfio­re. Non danno sintomi eclatanti se non qualche sensazione di fa­stidio o bruciore. Nella donna possono svilupparsi all’interno della vagina, e nell’uomo anche nell’uretra. Se il contagio avvie­ne durante un rapporto oro-ge­nitale possono localizzarsi anche nella bocca. Prosegue l’esperto

«Oggi c’è un vacci­no contro questa infezione che perlomeno nei Paesi industrializzati riesce a rallentarne la diffusione. La Chlamydia è il microbo re­sponsabile del tracorna ed è all’origine di uretriti a trasmissione sessuale. Il periodo di incubazione varia da una a tre settimane. Nella donna in genere non dà sintomi e, se sono presenti, sono molto variabili: cistiti ricorrenti, disturbi uretrali, perdite vaginali, cerviciti, annessiti. Nell’uomo può dare un’uretrite lieve, con disturbi uri­nari e secrezione di muco. È un’infezione silenziosa, ma terribile: può dare sterilità».

Stime condotte in Nord America affer­mano che arriva a colpire anche il 30 per cento degli adolescenti. Purtroppo, in Italia non disponia­mo di dati chiari. Un’infezione che si trasmette per via sessuale può portare anche ad epatite: il virus che più facilmente di altri si può prendere per questa via è MBV, il virus dell’epatite B. Dà sintomi generici e spesso non ci si accorge dell’infezione per anni: malessere generale, inappetenza, stan­chezza, nausea, vomito.

Più in là compare l’ittero, la classica colorazione giallognola della pelle. E solo a questo punto ci si accorge dell’infezione in corso. Con il passare degli anni questa infezione, silente quanto peri­colosa, in alcuni casi può portare alla formazione di un epato­carcinorna, un tumore del fegato nei confronti del quale esisto­no pochissime chances terapeutiche