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Sifilide, il problema dei farmaci introvabili

 La sifilide, causata dal treponema pallidum,  è una della malattie sessualmente trasmissibili più pericolose se non curate.  Se non trattata, quasi sempre porta ad una mortalità quasi scontata.  Come è la situazione qui in Italia? Purtroppo vi è allarme. Non tanto per il numero di malati, in netto contrasto rispetto ai numeri molto alti riscontrabili in altri paesi, ma per la mancanza di medicinale e per il costo altissimo della terapia necessaria alla guarigione.

A denunciare la situazione ci hanno pensato sono i dermatologi italiani e tuti quei pazienti  che non possono permettersi una terapia indispensabile per la vita ma costosa. L’antibiotico per curare la malattia, una penicillina, una volta costava meno di due euro. Ultimamente il farmaco, per la precisione la “benzipenicellinica benzatinica”, è stato passato dalla fascia A alla  fascia C. Facendo registrare un enorme aumento del costo ora pari a di 24 euro a flacone.

Il problema però non consta solo nel prezzo alto, ma nelle quantità decisamente scarse di questo antibiotico, difficilmente reperibile. Pompeo Donofrio, docente di Dermatologia alla Federico II di Napoli è il referente della Campania per le “infezioni sessualmente trasmissibili” si è fatto portavoce di questo problema:

Nelle ultime settimane sono stato tempestato di segnalazioni da parte di pazienti e colleghi che mi avvertivano: il farmaco non si trova, ma quando è reperibile viene venduto a un prezzo maggiore di dieci volte. Il protocollo terapeutico prevede un ciclo minimo di sei iniezioni. E questo significa che per curarsi bisogna sborsare ben 144 euro. Non tutti possono permetterselo, visto che la sifilide coinvolge per lo più soggetti appartenenti a fasce deboli e socialmente emarginate.

E se l’agenzia del farmaco (AIFA) spiega che il problema della reperibilità e del costo è dipendente esclusivamente dalla casa produttrice dello stesso, unica in Italia, che ne ha cambiato metodologia di somministrazione. Un cambiamento non più sostenibile, spiegano , “dal sistema sanitario nazionale”.  Cosa comporta tutto ciò? Un numero maggiore di persona a rischio non solo di morire prematuramente perché impossibilitate a spendere una tale cifra in un periodo di crisi, ma anche una possibile maggiore incidenza, per i malati di contrarre l’Hiv: si stima che almeno un terzo dei malati di Aids in Italia siano stati in contatto con il batterio della sifilide.

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Fonte: Repubblica