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Alzheimer, correlazione con citomegalovirus?

C’è correlazione tra Alzheimer e citomegalovirus? Ancora mancano prove di un legame causa-effetto, ma secondo uno studio condotto dai ricercatori del Rush University Alzheimer’s Disease Center di Chicago, l’agente patogeno in questione potrebbe effettivamente contribuire allo sviluppo di questa malattia degenerativa neurologica.

Vi è infatti una associazione tra le risposte immunitarie dei pazienti affetti da citomegalovirus ed i segni dell’Alzheimer, un legame che è impossibile ignorare. Sebbene vi sarà bisogno di maggiori approfondimenti sperimentali su questa scoperta, ciò che appare evidente agli scienziati è che alcune tipologie di infiammazione del cervello provocate dal virus possano portate a delle modiche vere e proprie alla base del declino cognitivo della patologia cerebrale. Al momento, va sottolineato, i ricercatori ipotizzano anche la presenza di altri virus in grado di raggiungere questo triste risultato.

Si tratta di risultati che fanno riflettere, perché le persone che contraggono il citomegalovirus sono tantissime ogni anno e se l’agente patogeno rappresenta davvero un fattore di rischio per l’Alzheimer, è palese che il problema diventi molto serio. Ricordiamo che questo virus si trasmette per mezzo dei fluidi corporei, fattore che lo rende fonte di contagio anche durante i rapporti sessuali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore The Journal of Infectious Diseases . La coordinatrice dello studio, la dottoressa Julie Schneider ha analizzato, insieme ai suoi colleghi, campioni di sangue e liquido cerebrospinale provenienti da persone che avevano fatto parte di uno studio specifico sull’invecchiamento e la demenza. All’atto della ricerca tutti i pazienti erano morti ed affetti dalla patologia.

I risultati hanno mostrato che in 37 pazienti, buona parte del campione, erano presenti gli anticorpi relativi al citomegalovirus e di questi almeno l’80% presentava un biomarcatoredella malattia nel liquido cerebrospinale, non rilevabile al contrario in coloro che presentavano tracce del virus. Nei pazienti affetti dal virus sono stati riscontrati anche numeri più alti di,da sempre collegati all’Alzheimer.

Fonte |  The Journal of Infectious Diseases

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