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Ansia, quella da risonanza magnetica si combatte con la pet therapy

 Quando ci si deve sottoporre a delle analisi specifiche, l’ansia è uno dei primi sentimenti che pervade il paziente. Poco importa che si tratti di un esame del sangue o di una risonanza magnetica. Questo stato alterato talvolta, in macchinari come quelli del controllo appena citato, sfocia spesso in vere e proprie crisi che possono pregiudicare l’andamento dello stesso.

Un buon rimedio sarebbe stato trovato dalla dott.ssa Allison Ruchmann: la pet therapy, ovvero l’utilizzo di animali. La donna, ricercatrice presso il Monmouth Medical Center di Long Branch, nel New Jersey ha proposto alla sua struttura una ricerca: scoprire se effettivamente la presenza degli animali potesse in qualche modo far cadere lo stato di ansia.

La sperimentazione ha dato i risultati sperati. La Ruchmann, intorno ai 15 anni di età provò su se stessa l’importanza dell’influsso della pet therapy su un paziente in attesa di essere sottoposto ad accertamenti. Lo ha raccontato presso il congresso dell’American Roentgen Ray Society, ricordando l’episodio:

Mi sono “salvata” pensando al mio cane di allora, Wally: lo adoravo, immaginarlo accanto a me mi ha aiutato a portare a termine l’esame.

Da quel momento in poi per la ricercatrice quello divenne un chiodo fisso. Possibile che gli animali siano in grado di aiutare le persone a superare l’ansia da risonanza magnetica? Non si deve incorrere nell’errore di sottovalutare il problema. Almeno il 15% dei pazienti non è in grado di sottoporsi all’esame per via dell’ansia.

La sperimentazione della dott.ssa  Ruchmann è stata condotta su 28 pazienti non ricoverati che dovevano sottoporsi a una risonanza magnetica; sei di loro hanno costituito il gruppo di controllo, mentre gli altri potuto interagire per circa 15 minuti con uno dei cani della  pet-therapy, per circa 30 minuti prima dell’esame.

L’utilizzo dell’animale ha portato anche i pazienti impauriti a poter fare a meno degli ansiolitici solitamente somministrati per aiutare i coloro che soffrono di ansia da risonanza. Conclude la ricercatrice:

Questa è la prima ricerca che ha valutato gli effetti di una terapia condotta attraverso gli animali sull’ansia da esame . Credo che i risultati facciano ben sperare, anche se ovviamente andranno ripetuti su numeri più ampi di pazienti; la pet-therapy ha di certo meno effetti collaterali di un farmaco ansiolitico e se si confermasse efficace potrebbe essere usata in tutte le situazioni cliniche in cui i pazienti rischiano di farsi sopraffare dall’ansia.

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Fonte: Corriere della Sera