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Eliminiamo lo stress da lavoro: impariamo a respirare e facciamo danze etniche

Bocca secca, gola stretta, difficoltà a digerire, dolori allo stomaco, mal di schiena e mani sudate. Ma anche sonno disturbato, aggressività, frequenti gaffes e atti maldestri. Sono questi i segnali da tenere d’occhio per riconoscere lo stress negativo da ufficio. Molti medici, in questi casi, invitano i forzati della scrivania a rallentare. In proposito sono anche usciti saggi e manuali, ma le ricette all’insegna della lentezza s’infrangono sulle pieghe di una crisi economica che, invece, pretende un costante attivismo.

E allora? Il vero asso nella manica per risparmiare tempo in ufficio, ma anche nella vita privata, è la creatività. Il che significa dare un’impronta particolare all’organizzazione del lavoro, trovando soluzioni nuove e personali ai problemi (organizzazione diversa dello spazio, differente sistema di archiviazione dati).
Una prima regola, tanto banale quanto difficile da realizzare, è quella di eliminare tutte le distrazioni, inclusi telefono, siti internet e programmi superflui dal computer.

 Ciò non vuol dire dover lavorare senza sosta, al contrario è necessario suddividere il flusso di attività in brevi ma intense sessioni, intervallate da pause. Può essere quindi utile impostare timer e tabelle di marcia definite per ogni progetto. E’ fondamentale, invece, concentrarsi su un singolo progetto alla volta, evitando il multitasking nei momenti più critici. Poi, per il resto della giornata l’attenzione può essere suddivisa su più sensi: leggere sui mezzi pubblici o ascoltare musica mentre si riordina la casa.

Date priorità ai lavori più impegnativi, iniziate in modo rapido e scoprite i vostri ritmi quotidiani, concentrando così l’attività nelle fasce orarie preferite. Spesso la difficoltà maggiore riguarda la prima fase di ogni lavoro, e il miglior modo per rompere il ghiaccio è proprio cominciare ad operare, senza pensare troppo ai dettagli. Per quanto riguarda la pianificazione delle singole attività, invece, è consigliabile usare strumenti diversi per tenere traccia del percorso effettuato e di quello futuro: un diario per esempio, cioè l’elenco di ogni operazione da svolgere, un calendario su cui segnare le scadenze.
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«Apportare più ossigeno stimola il metabolismo e l’attività circolatoria favorendo il drenaggio dei prodotti di scarto (vedi anidride carbonica e acido lattico). Non solo: provoca un abbassamento dell’adrenalina, una minor tensione neuro-vascolare oltre a diminuire il livello di colesterolo e degli zuccheri nel sangue»

Come introdurre maggiori quote di ossigeno? Una cosa essenziale è cambiare il modo di respirare. Generalmente attiviamo il torace, mentre sarebbe meglio far lavorare il diaframma, quel muscolo a forma di cupola che separa il busto dall’addome. Uno sport ideale per apprendere, senza sforzi, questo tipo di respirazione sono le danze etniche in genere. Al ritmo dei loro tamburi, che fra l’altro funzionano come energizzanti psichici, inspirazione ed espirazione diventano fluide e profonde, caratterizzate dall’assenza di pause.

Con questo respiro diaframmatico, definito anche circolare, si attiva una progressiva liberazione dell’energia vitale. Ci si muove con più forza e carica emozionale. Il nostro organismo, infatti, tende a sincronizzarsi su quel ritmo incalzante. Sentirsi a proprio agio nel proprio corpo non sempre significa padroneggiare dolore e collera che, a volte, ci rendono vulnerabili.