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Allergia al polline, un aiuto dal verde urbano

In occasione della V Giornata Nazionale del Polline, promossa dall’Associazione Italiana di Aerobiologia (AIA) in programma il 21 marzo, si affronterà il tema delle allergie e dei metodi più innovativi per contrastarle, tra cui la gestione del verde urbano come arma di prevenzione. Progettare gli spazi verdi pubblici e privati tenendo conto della variabilità del contesto geografico e climatico, infatti, può mitigare i fattori di rischio per asma e allergie.

Come ha sottolineato Prof.ssa Gianna Moscato, direttrice dell’Istituto Scientifico di Pavia dell’IRCCS Fondazione Maugeri:

La conoscenza dei periodi di pollinazione e fioritura, accompagnata da una mirata gestione delle potature e degli sfalci e da una corretta progettazione del verde urbano tramite la scelta di piantumazioni con piante non allergeniche, può concorrere concretamente a favorire una migliore qualità della vita al paziente allergico, oltre a una sostanziale diminuzione delle spese sanitarie generate dalle patologie allergiche, tenendo conto che molte delle spese terapeutiche sono spesso totalmente a carico del paziente.

Conoscere la concentrazione dei pollini dispersi nell’aria può essere un vantaggio sia per il medico, che sapendo la sensibilizzazione del proprio paziente e i trend del monitoraggio pollinico della zona di residenza, egli è in grado di adeguare la terapia, modulandola in termini di dosaggio e di durata, sia per il paziente che in questo modo può gestire meglio alcuni aspetti pratici, come ad esempio gli spostamenti o le vacanze.

In Italia le malattie allergiche rappresentano la terza causa di malattia cronica, e quelle respiratorie sono la terza causa di morte. In particolare, nella fascia di età tra 0-14 anni le malattie allergiche rappresentano la prima causa di malattia cronica e al secondo posto si attestano asma e bronchite. Dal 1950 ad oggi, si è passati da un 10% della popolazione colpita da una manifestazione allergica al 30%, che include bambini e adolescenti in età scolare.

Ripensare gli spazi urbani con aree verdi prive di piante allergeniche come cipressi, parietarie e composite (margherite, camomilla, crisantemi e assenzio selvatico) , sarebbe un grande aiuto per quella fetta di popolazione che ogni anno deve fare i conti con l’allergia e il corollario di problemi che ne consegue.

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