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I legumi sono più salutari di una bistecca e aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari

Le proteine, come quelle contenute nella carne, sono importanti per la salute del nostro organismo. Non è un caso, infatti, che vengano definite i “mattoni” dei nostri muscoli. Tuttavia, un eccesso di proteine di origine animale, a scapito di quelle vegetali fornite, ad esempio, dai legumi, fa male al cuore.

La conferma, arriva da diversi studi esaminati in un articolo pubblicato su “Current Athero-sclerosis Reports”. Queste ricerche, infatti, suggeriscono come le proteine vegetali, rispetto a quelle animali, siano più utili per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e ipertensione. C’è però un distinguo da fare per quello che riguarda le fonti. In alcuni studi su popolazioni asiatiche, per esempio, il consumo di proteine da prodotti della pesca, è inversamente associato con la pressione sanguigna.

In una ricerca pubblicata su “Circulation”, condotta su oltre 80 mila donne americane, è emerso come un consumo elevato di carne rossa aumentasse il rischio di malattia cardiache, mentre si riduceva significativamente con l’assunzione di fonti proteiche diverse, sia di origine vegetale, come la frutta secca oleosa, la soia, il pesce, il pollame e prodotti lattiero caseari magri.

Come spiega Laura Rossi, ricercatrice dell’Istituto nazionale ricerche alimenti e nutrizione (Inran):

Le proteine vegetali sono state molto rivalutate dalla ricerca scientifica, ma non per questo vanno demonizzate quelle di origine animale, di cui è nota l’elevata qualità. Inoltre, prevedere nella dieta anche fonti proteiche animali, come carni magre, pesci, uova, prodotti lattiero caseari, rende più facile soddisfare i fabbisogni di altri nutrienti, come il ferro e il calcio. I nostri consumi proteici medi vanno però ridimensionati: un primo obiettivo ragionevole può essere di apportare con le proteine il 15%, o anche meno, delle calorie della dieta, rispetto all’attuale 17%.

In merito alla giusta ripartizione fra proteine vegetali e animali, la dottoressa suggerisce una proporzione del 50% di proteine di origine animale e 50% di origine vegetale.