Home » MEDICINA DELL'ALIMENTAZIONE » Diete e Metabolismo » Diete al maschile: pochi carboidrati per buttare giù la pancia

Diete al maschile: pochi carboidrati per buttare giù la pancia

E’ ormai opinione condivisa dai nutrizionisti che le diete migliori per gli uomini che vogliano perdere peso sono quelle a basso contenuto di carboidrati.
Una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Nutrition & Metabolism, ha dimostrato che il 70% degli uomini che adottavano un regime alimentare povero di carboidrati riusciva a dimagrire, malgrado aumentasse l’apporto calorico.

Jeff Volek, autore dello studio che opera all’Università del Connecticut, è riuscito inoltre a provare, insieme al suo team di ricercatori, che le diete con pochi carboidrati riescono a snellire l’uomo proprio nei punti cruciali dove risiede maggiormente l’adipe e dove è decisamente antiestetico, come la pancia e i fianchi.

Secondo gli studiosi il grasso immagazzinato nella zona superiore del corpo sarebbe più pericoloso per la salute rispetto a quello localizzato in altre aree.
Gli uomini che consumavano pochi carboidrati riuscivano a perdere i chili di troppo del tronco in percentuale maggiore rispetto alle altre diete dimagranti.
Per darvi un’idea del paragone, pensate che un regime con pochi carboidrati fa dimagrire tre volte in più di una dieta a basso apporto di grassi.

I partecipanti alla ricerca erano sia uomini che donne e quasi tutti hanno sperimentato con successo i benefici di questo regime alimentare.
Dodici uomini su quindici e dodici donne su tredici hanno perso la pancetta ed il grasso in più presente sui fianchi.
Gli esperti hanno inoltre valutato la possibilità di un’alternanza tra i regimi a basso contenuto di carboidrati e quelli con pochi grassi, concordando che sia meglio seguire inizialmente una dieta povera di carboidrati, per poi passare successivamente ad una dieta a basso consumo di grassi.

Altro beneficio non trascurabile è che l’alimentazione a scarso contenuto di carboidrati rappresenterebbe un valido scudo contro il rischio di malattie cardiovascolari, come dimostrato dallo stesso Volek.