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Bambini: inserire tardi alcuni cibi aumenta il rischio di allergie

La salute del proprio bambino è il primo pensiero perogni mamma che, così, si trova spesso a riflettere sul da farsi. Lo svezzamento è un periodo molto delicato e il passaggio da una dieta di solo latte materno ad un regime alimentare più “adulto” e completo è un passo che richiede maggiore attenzione. Addirittura si ritiene che questo processo possa avere un’ influenza per tutta la vita alcuni aspetti psicologici e nutrizionali della persona.

Le ultime ricerche però, hanno evidenziato anche che ritardare eccessivamente l’introduzione di alcuni cibi nella dieta giornaliera del bambino può essere la causa dell’ insorgenza di alcune reazioni allergiche: un contrordine rispetto gli studi precedenti che invece sostenevano che con questa modalità si potessere aiutare a prevenire la comparsa di forme allergiche.

Lo studio è stato condotto presso l’ Università di Tampere, in Finlandia, dove sono stati analizzati circa  994 bambini che avevano partecipato a uno studio sulla prevenzione del diabete: seguiti sin dai primi giorni di vita, sono stati analizzati alcuni fattori come come allattamento al seno e modalità di svezzamento. Al termine delle ricerche, Bright Nwaru, responsabile del team di studio, ha illustrato sulle pagine di Pediatrics la sua nuova teoria:  introdurre tardi alcuni alimenti potenzialmente allergenici potrebbe causare un aumento del rischio di allergie.

Latte, uova, pomodori e pesce dovrebbero essere dati al bambino, in piccole dosi, già dai primi periodi dello svezzamento e così diminuirebbe il rischio che, crescendo, possano comparire reazioni allergiche dovute proprio a questi alimenti. La tolleranza verso alcuni cibi, infatti, si apprenderebbe con la crescita e ciò viene sostenuto anche da un altro studio condotto invece in Israele, dove  fin dai sei-otto mesi, ai bambini viene dato uno snack di mais al burro di arachidi. La ricerca ha messo a confronto 5.600 ragazzini ebrei residenti in Israele con altrettanti ragazzini ebrei, per  ridurre le variabili genetiche, residenti in Gran Bretagna e qui, i soggetti allergici alle noccioline sono maggiori ben di dieci volte.

Entrambi gli studiosi responsabili delle ricerche sostengono che questi risultati non debbano far abbandonare le tradizionali raccomandazioni per quanto riguarda lo svezzamento, ma potrebbero però essere degli spunti interessanti da tenere d’occhio, utili anche per migliorare la salute dei propri figli.

[Fonte: Paginemediche.it ]