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Lorenzin, sofosbuvir: gratis dal 2016

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin sostiene che entro il 2016 il problema della rimborsabilità del sofosbuvir per l’epatite C sarà risolta e che tutti i pazienti che ne avranno bisogno potranno usarlo gratis. Ma sarà vero? Nel frattempo alcuni malati minacciano gesti eclatanti.

Ecco cosa ha spiegato Beatrice Lorenzin nel corso di una recente intervista:

Stiamo lavorando per assicurarli gratis a chi è affetto da questa grave malattia. Il Sistema sanitario dovrebbe farsene carico, ma in questo momento si sta ancora trattando sul prezzo. Diverse case farmaceutiche gestiscono questa importante scoperta. Abbiamo trattative in corso, ma il problema è europeo […] Per il 2016 dovremo risolvere il problema. Come noi, ci stanno lavorando tutti i Paesi europei e anche gli Stati Uniti.

L’epatite C è una malattia dalla prognosi davvero complicata e finora l’unico farmaco davvero utile contro di lei con oltre il 90% dei casi di guarigione è proprio il sofosbuvir, che al momento però non è disponibile per tutti dato l’alto costo (circa 80mila euro a ciclo di tre mesi, N.d.R.). Il ministro della salute sta tentando insieme all’Aifa di trovare una soluzione veloce al problema, m non mancano i problemi lungo la via. Al momento il medicinale è stato distribuito a pochi eletti grazie ad un temporaneo accordo con la casa farmaceutica che lo produce sotto l’egida delle cure compassionevoli per i casi più gravi o rientranti in una specifica casistica.

Le diverse agenzie del farmaco coinvolte hanno dato già il via libera alla sua commercializzazione, ed a parità di effetti collaterali ed altri parametri, il sofosbuvir appare essere decisamente più valido come opzione terapeutica rispetto all’interferone. Il problema è rappresentato dal costo. Attualmente l’agenzia del farmaco italiana sta tentando di aumentare il numero delle persone alle quali somministrare il sofosbuvir, passando dalle attuali 394 già trattate  ai circa 1200 pazienti raggiungibili senza sforzo. L’Italia è uno dei paesi con il più alto numero di malati. Sarà possibile trovare una soluzione economica affrontabile?

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