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Piercing e Tatuaggi. Sono davvero così rischiosi?

L’allarme piercing è stato lanciato in Francia dall’Académie Nationale de Médecine che ha condotto un’indagine sui rischi corsi da chi si sottopone a questo tipo di “intervento”. Secondo gli studiosi francesi nel 10-30% dei casi la pratica del piercing provoca sanguinamenti e infezioni locali accompagnate da gonfiori, arrossamenti, dolori e fuoriuscita di pus. La maggior parte di esse si verificano all’ombelico e all’orecchio (rispettivamente il 40 e il 35%). Seguono le infezioni al naso (22%), al seno (5%), lingua, palpebre e genitali (8%). Inoltre l’indagine pone in rilievo il rischio di andare incontro a patologie anche di una certa gravità come epatite , endocardite e setticemia.

La scarsa incidenza di infezioni causate dal piercing al seno, il cosiddetto nipples, alla lingua, il tongue, e ai genitali sarebbe dovuta semplicemente al basso numero di temerari che si sottopongono a un piercing in queste zone del corpo. Occorre tuttavia precisare che in Francia non esiste una normativa di regolamentazione in materia, diversamente da quanto accade nel nostro paese, dove esistono, sin dal Marzo 1998, una serie di direttive ministeriali, in materia di piercing e tatuaggi, che definiscono le norme igieniche da rispettare nel luogo in cui viene svolto il piercing o il tatuaggio, le caratteristiche dei materiali usati, la formazione degli operatori e le norme relative alla sterilizzazione degli strumenti e allo smaltimento dei rifiuti.

Ne consegue che in Italia il rischio di sviluppare gravi infezioni o vere e proprie patologie infettive è molto basso, a patto che si scelga di rivolgersi a centri specializzati e ad operatori qualificati che rispettino le linee guida emanate dal Ministero della salute. In ogni caso una piccola infezione locale può risolversi felicemente con una tempestiva terapia antibiotica, indicata, come sempre in questi casi, dal nostro medico. Occorre inoltre assicurarsi che i materiali impiegati non siano allergizzanti (potrebbe essere il caso degli anelli in nichel usati per il piercing). Fermo restando che il piercing è vivamente sconsigliato a chi è diabetico, cardiopatico, dializzato o immunodepresso.