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Depressione, una cura dai funghi “magici”?

I funghi “magici”, un tipo di funghi dagli effetti allucinogeni, potrebbero essere impiegati come alternativa agli psicofarmaci nel trattamento della depressione. A sostenerlo sono 2 studi focalizzati sui funghi del tipo Psilocybe (che contengono psilocibina), e una nuova ricerca che sarà a breve condotta dal professor David Nutt, dell’Imperial College di Londra.

La decisione del professor Nutt di approfondire e sperimentare l’effetto di questi particolari funghi sui pazienti che non rispondo ai trattamenti farmacologici segue i risultati di 2 studi precedenti. I risultati del primo sono stati appena pubblicati su “Proceedings of National Academy of Sciences” e ha coinvolto un gruppo di volontari, che sono stati trattati con infusioni di psilocibina. Le reazioni sono state monitorate attraverso scansioni cerebrali e la risonanza magnetica funzionale. L’esito della ricerca ha mostrato come la sostanza abbia agito sulla corteccia mediale prefrontale, nota per essere iperattiva nelle persone affette da depressione, e sulla corteccia cingolata posteriore, che si ritiene svolga un ruolo nella coscienza e l’auto-identità.

Il secondo studio, che è in attesa di essere pubblicato su “British Journal of Psychiatry”, dimostra come la psilocibina sia in grado di aumenti l’associazione positiva legata ai ricordi, e le emozioni corelate. Secondo il professor Nutt, i risultati di queste ricerche mettono in evidenza come questa sostanza attiva non agisca esclusivamente come droga per ampliare le percezioni sensoriali, come generalmente si crede, ma può agire anche in ambiti di natura psichiatrici.

Lo studio del professor Nutt coinvolgerà 26 pazienti con anamnesi di depressione grave, e che non può essere trattata con i farmaci o la terapia cognitivo comportamentale. I partecipanti saranno suddivisi in due gruppi in modo casuale. Il primo gruppo sarà trattato con la psilocibina, e l’altro con un placebo. Al termine del trattamento, tutti i pazienti saranno seguiti per un anno al fine di monitorarne lo stato e i progressi nella malattia.

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