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Scoperto il gene del cattivo automobilista

Gli uomini ce l’hanno con le donne. Le donne con gli anziani. Gli anziani con i giovani. Insomma, al volante tutti accusano tutti di essere imbranati. Ma una recente scoperta potrebbe mettere a tacere (missione impossibile!) un bel po’ di improperi alla guida: sembra, infatti, che sia tutta una questione di geni se alcune persone guidano male. Chi lo sa magari un giorno invece di fare i quiz della patente si farà un bel test del Dna, in modo da non dare l’abilitazione alla guida a chi geneticamente non è portato per stare on the road.

Ad effettuare la scoperta del gene del cattivo automobilista è stato un recente studio effettuato da un’équipe di neuroscienziati dell’Università della California di Irvine (Usa) su Cerebral Cortex. A quanto pare il responsabile di tamponenti, litigi e parcheggi non proprio precisi sarebbe un cambiamento nel Dna.

Nella nostra sequenza genetica troverebbe infatti posto il cosiddetto gene del buon automobilista, denominato “fattore neutrofico naturale del cervello” (BDNF). Si tratterebbe di una sostanza che secerne il cervello dalla corteccia entorinale durante tutto il corso della nostra vita. Il suo compito principale è quello di coadiuvare le attività cognitive e sviluppare e supportare la memoria. Quando eseguiamo delle azioni di routine alla guida, come frenare o effettuare un sorpasso, il BDNF ci viene in soccorso affinchè tutto vada per il meglio. Se viene invece inibito le conseguenze sono incidenti stradali, tamponamenti ed incapacità di stare al volante. I ricercatori hanno dimostrato, tramite simulazioni di guida al computer, che una minore quantità o un totale deficit di questa proteina, rende più suscettibili di sbagliare alla guida e di causare incidenti.

Chissà che questo non porterà a sviluppare degli integratori per guidatori maldestri. Nel frattempo meglio non bere e drogarsi alla guida, usare una maggiore prudenza, cinture di sicurezza sempre allacciate e velocità ridotte. E questo, ne siamo certi, ridurrà già di molto il rischio di incidenti gravi.

[Fonte: Asca.it]