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Influenza stagionale, i consigli per affrontare il picco d’incidenza in arrivo

 Come tutti gli anni ecco previsto per la fine di Gennaio e gli inizi di Febbraio il picco di incidenza dell’influenza stagionale. Cosa significa? Che nelle prossime settimane si ammaleranno un gran numero di persone quasi contemporaneamente: dai 3,5 ai 5milioni di individui, circa la metà di tutti coloro che saranno colpiti dall’influenza nell’arco dell’intera stagione, ovvero 10 milioni di persone, secondo le stime del Ministero della Salute. I sintomi li conoscete bene, e qualcuno li ha già affrontati: difficoltà respiratorie, febbre, tosse, naso che cola, cefalea, e dolori articolari, ovvero gli stessi di quelle che vengono definite sindromi para-influenzali e come molti potranno testimoniare, in questa occasione abbastanza blandi e controllabili.

Insomma sembrano ormai lontani i temi dell’epidemia di influenza A, anche se il virus incriminato ancora circola, a tal punto da essere ancora inserito nella vaccinazione stagionale. Prevenire però è sempre meglio e benché ormai siamo in dirittura d’arrivo con la diffusione dell’influenza ai suoi livelli massimi annuali, è ancora possibile vaccinarsi, soprattutto se si appartiene ad una categoria definita a rischio, ovvero tra coloro che soffrono di altre particolari patologie o se si svolge una attività di utilità sociale (medici, forze dell’ordine, personale sanitario, ecc). Ricordiamo che il vaccino in questione è offerto in forma gratuita alle categorie raccomandate, basta farne richiesta al proprio medico curante. Ma attenzione, perché in alcuni luoghi la campagna vaccinale è già stata conclusa. Per chi non volesse effettuare questa vaccinazione esistono degli antivirali (ma con pesanti effetti collaterali) o alcuni rimedi naturali capaci di stimolare il sistema immunitario. Anche l’omeopatia offre delle possibilità come il famoso Oscillococcinum e gli altri prodotti similari (da chiedere in farmacia o al proprio medico omeopata). Anche in questi casi però, la terapia settimanale (di una dose) avrebbe dovuto essere già iniziata da tempo, ma ancora non è definitavamente tardi. Certo è che prima si inizia e maggiore è la copertura antinfluenzale.

Per il resto gli esperti continuano a  consigliare giustamente alcune semplici regole di igiene quotidiana: lavarsi spesso le mani, coprire la bocca quando si tossisce onde evitare di spargere il virus o eventuali batteri nell’ambiente, non andare al lavoro da eroi se ci si sente poco bene ed evitare gli ambienti affollati soprattutto se si è in una condizione di abbassamento delle difese immunitarie. E se l’influenza arriva? Riposo a più non posso (approfittatene), sotto le coperte e con l’ausilio di un antipiretico se si sviluppa febbre sopra i 38,5°. Un buon brodo di pollo come da tradizione delle nonne, pare non guasti, sì a frutta e verdure fresche ricche di vitamine C e B, ma quello che va evitato è assolutamente l’uso degli antibiotici, anche e soprattutto nei bambini. Questi farmaci, come non ci stancheremo mai neppure noi di Medicinalive di ripetere, non funzionano contro le infezioni virali ma solo contro quelle batteriche ( e se continuiamo con l’utilizzo inappropriato neppure più per quelle, visto che si stanno sviluppando numerosi batteri resistenti). Gli antibiotici saranno necessari solo in caso di complicanze batteriche durante l’influenza se evidenziate dai medici curanti nel corso di una visita approfondita. In generale l’organismo, grazie al suo sistema immunitario riesce a contrastare il virus dell’influenza nell’arco di 2-3 giorni e tutto passa. Per ulteriori approfondimenti leggete anche

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