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Sogni? Necessari al cervello

 Sognare fa bene al cervello ed al nostro organismo. Parafrasando la canzone di un noto cartone animato non sono desideri, ma vere e proprie necessità del nostro encefalo.

Sebbene si tratti di una branca della medicina ancora poco esplorata, al momento sul perché di queste manifestazioni oniriche sono al lavoro psicoanalisti e neurofisiologi. Attraverso sperimentazioni dedicate in quelli conosciuti come laboratori del sonno, i ricercatori sono impegnati nella comprensione del sogno e del suo agire sul nostro cervello.

A prescindere dalle differenti correnti di pensiero  e di approccio al sonno ed alla fase dei sogni, tutti coloro che hanno iniziato a studiarli più approfonditamente concordano nel fatto che il cervello sia tutt’altro che inoperoso quando impegnato nell’atto del sognare,  e che gli stessi possano avere funzioni diverse a seconda della fase nella quale si presentano.

Al momento per “misurare” l’effetto che i sogni anno su di noi viene applicata la polisonnografia, ovvero il monitoraggio continuo di tutti quegli aspetti fisiologici che si presentano durante il sonno e di quelli che nell’atto del sognare modificano il loro normale comportamento. Un esempio? La rilevazione dei movimenti oculari, l’elettroencefalogramma, i movimenti toracici  e addominali, la respirazione, il battito del cuore e la contrazione dei muscoli.

Questo perché a differenti fasi del sonno corrispondono variazioni dei suddetti parametri. E’ in questa maniera che si è potuto isolare quello ora conosciuto come sleep effect, ovvero l’influenza positiva che il sonno ha sul funzionamento della memoria, causata dal calare degli stimoli esterni ma anche dall’attività cerebrale che entra in funzione sia nella fase di sonno profondo che nella fase rem.

A tal proposito, Robert Stickgold della Harvard Medical School di Boston,  è convinto che il sogno della prima fase servirebbe soprattutto per la stabilizzazione e il rafforzamento della memoria, mentre i sogni della fase REM riorganizzerebbero il modo in cui i ricordi sono immagazzinati, consentendo di operare confronti e assimilare le nuove esperienze.

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