Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Cardiologia » La nevrosi cardiaca: una patologia psicosomatica

La nevrosi cardiaca: una patologia psicosomatica

Il termine clinico “Nevrosi Cardiaca” si riferisce ad una turba psichica che coinvolge il cuore, una malattia psicosomatica in cui non vi è alcun elemento che faccia pensare ad una malattia organica. E’ un “nervosismo che viene riferito al cuore o alla regione precordiale” dovuto nella stragrande maggioranza dei casi a depressione e che si presenta sotto molteplici sfaccettature.

I dolori atipici sono “puncicate” o dito che preme; palpitazioni con sensazioni del battito cardiaco più rapido; talora solo tachicardia; stato di angoscia; di attacco di panico con viso atterrito e cuore che batte forte; rialzo dei valori di pressione arteriosa associati allo stato di ansia; formicolii sulle labbra o lungo il braccio sinistro.

Paura? Tanta. Timore che si stia avvicinando un infarto cardiaco! E’ questo corredo sintomatologico che spinge tutti coloro che sono affetti da nevrosi ansiosa a far ricorso prima dal loro medico e quindi dal cardiologo. Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco:

  1. il dolore cardiaco infartuate è descritto come “un’ intera mano che stringe forte la regione cardiaca, dura più di 30 minuti, può irradiarsi o meno alle giugulari (collo) o alle braccia (più frequentemente il sinistro)
  2. E’ un dolore costruttivo, intenso, che dura a lungo, non una dolenza puntiforme e fugace. Questo per quanto riguarda gli infarti anteriori. In quelli posteriori (o infero- posteriori) il dolore simula una colica addominale alta (ulcera peptica, imbarazzo gastrico dopo aver mangiato molto, colica epatica, pancreatite acuta etc.): vi è vomito, dolore allo stomaco che dura a lungo. .

Nella nevrosi cardiaca classica, ossia in quella patologia in cui vi è nulla di organico bensì di solo funzionale, il dolore è limitato ad una piccola zona del precordio (tanto che può essere indicato dalla punta dell’indice), è aumentato dalla digitopressione locale, non presenta irradiazioni, dura pochi minuti se non proprio attimi.

La visita cardiologia e soprattutto l’esame elettrocardiografico sono in grado di emettere immediatamente la giusta diagnosi. Solo in casi in cui i dolori “atipici” durano più a lungo, almeno 15 minuti, sono necessari altre indagini quali gli enzimi cardiaci ematici ed eventualmente l’esame ecocardiograficocolor doppler.