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Disturbo da eccitazione sessuale persistente, donna ottiene diritto all’autoerotismo sul lavoro

 Disturbo da eccitazione sessuale persistente:  una vera e propria patologia descritta per la prima volta nel 2002. Ed ora nel 2011 riconosciuta anche a livello giuridico: una donna brasiliana di trent’anni ha infatti ottenuto dal giudice della sua cittadina, Vila Velha, nello Stato dello Espìrito Santo, una pausa dal lavoro per potere “combattere” gli effetti della stessa attraverso l’autoerotismo.

Fare dell’ironia su questa condizione è molto facile: per lo stesso motivo la notizia ha fatto il giro del mondo negli ultimi giorni. Cerchiamo di capire meglio questa malattia dal punto di vista prettamente medico, arrivando a comprendere perché il giudice abbia deciso di concedere alla donna una pausa di 12 minuti ogni due ore sul posto del lavoro per “scaricare” la tensione derivante da questo disagio.

Questa malattia, che non deve essere confusa con l’ipersuessualità femminile, è carattericcata da una eccitazione genitale persistente, spontanea ed “intrusiva”, non associata mai ad una aumento del desiderio. Soprattutto si tratta di una condizione che non sparisce dopo uno o più orgasmi. Ovviamente una tale condizione porta ad uno stress non indifferente, spesso contenibile solo attraverso l’assunzione di psicofarmaci.

Nella maggior parte dei casi fino ad ora riscontrati, non vi è una origine organica ben precisa di questo disturbo. Nel caso della donna brasiliana, Ana Catarina Silvares Bezerra, madre di tre figli, la causa sarebbe riscontrabile in un problema che la donna ha sviluppato a livello della corteccia cerebrale.

La rivista Journal of Sexual Medicine, che ha reso noto il caso della donna, già in passato, nel 2007 aveva parlato del disturbo da eccitazione sessuale persistente, attraverso uno studio che aveva dimostrato come la mancata soddisfazione all’eccitazione genitale portava il paziente a forti crisi depressive e stati di ansia quasi incontrollabili.  Anche per Ana è così: riesce a controllarsi assumendo un forte mix di tranquillanti, e masturbandosi circa 20 volte al giorno. Un risultato importante se si pensa che fino a qualche tempo fa, quando il disturbo non le era stato diagnosticato arrivava ad almeno 48 sessioni di autoerotismo al giorno per poter condurre una vita pressoché normale.

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Fonte: Wakeup News