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Trasfusioni, come funziona il sistema?

Come funziona il sistema delle trasfusioni a 10 anni dall’entrata in vigore della legge che le regola? In Italia l’organizzazione appare complessa ad un osservatore esterno, ma la sua precisione la pone all’avanguardia rispetto al resto di Europa.

Sicurezza e donazione volontaria sono i suoi cardini: due fattori di cui, secondo il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin il nostro paese dovrebbe andare fiero. Il sistema trasfusione italiano si basa infatti sul un principio etico responsabile e gratuito la cui sicurezza del materiale ematico e del plasma è ampiamente comprovata. Le legge che regola le trasfusioni è entrata in vigore nel 2005 ed è grazie alla sua formazione ancora attuale. Le donazioni di sangue che avvengono ogni anno sono circa 3 milioni ma nonostante l’ottima risposta della gente, con una garanzia di disponibilità di circa 3800 trasfusioni al giorno, non è ancora possibile raggiungere un adeguata copertura territoriale.

La legge ha ovviamente fatto il suo dovere dal punto di vista organizzativo e della sicurezza, e la donazione volontaria è qualcosa di importante e caratteristico, ma vi sarebbe secondo gli esperti la necessità di sensibilizzare le generazioni più giovani, in modo di apportare un ricambio generazionale tra di donatori. Cosa bisognerebbe cambiare quindi? Di sicuro, secondo il personale specializzato, l’approccio alla trasfusione ed alla donazione, spingendo per inserire l’attività nella programmazione sanitaria di ogni Regione. Garantendo quindi all’intero sistema dei fondi da gestire per l’informazione e da investire per garantire sempre di più un funzionamento privo di problemi. Come spiega Maria Rita Tamburrini, direttore Ufficio VIII Sangue e Trapianti Ministero della Salute:

Il mancato esercizio da parte delle regioni del ruolo ad esse affidato rappresenta un enorme limite nell’applicazione piena della 219/2005. Abbiamo avuto difficoltà anche nel percorso di accreditamento perchè ogni regione ha emanato un decreto diverso l’uno dall’altra.

Secondo le previsioni dell’AVIS serviranno almeno 3-5 anni per modificare il sistema. Su una cosa però sono tutti d’accordo: l’accesso deve rimanere gratuito.

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