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La vita sedentaria può essere letale, o aggravare lo stato di salute

Una grossa percentuale della popolazione Occidentale vive una vita sedentaria, mettendosi a maggior rischio di problemi di salute e persino a morte prematura. Ad affermarlo è stato uno dei maggiori esperti di scienze motorie all’American Psychological Association. Parlando al 117esimo APA’s Annual Convention, Steven Blair ha ammesso che l’inattività fisica è “il più grande problema di salute pubblica del 21° secolo”.

Blair è un professore di scienze motorie ed epidemiologia presso l’Università della Carolina del Sud Arnold’s School of Public Health. La sua ricerca ha dimostrato che dal 25 al 35% degli americani adulti sono inattivi (ma anche noi europei non siamo tanto differenti), sia sul posto di lavoro (sedentario), sia nella vita privata, vista l’assenza di qualsiasi programma di attività fisica regolare.

Ciò equivale a 40-50 milioni di persone esposte al pericolo di inattività. Dato che queste persone raddoppiano il rischio di sviluppare numerose condizioni di salute rispetto a coloro che sono ancora moderatamente attivi e in forma, stiamo assistento ad un importante problema di salute pubblica.

La ricerca gli ha permesso di constatare che il livello di idoneità è stato un significativo predittore di mortalità. Lo studio è iniziato nel 1970 e comprende più di 80.000 pazienti. I ricercatori hanno misurato periodicamente la composizione corporea e l’indice di massa corporea dei partecipanti, e ogni paziente ha subito alcune prove di stress. I ricercatori hanno anche esaminato numerosi altri fattori, tra cui la storia medica di ognuno.

Uno studio su 40.842 partecipanti ha mostrato scarsa idoneità in circa il 16% delle persone decedute, sia uomini che donne. La percentuale che è stata calcolata stimando il numero di decessi che si sarebbero potuti evitare se queste persone avessero speso 30 minuti al giorno per fare una passeggiata. Tale percentuale è stata significativamente più elevata rispetto a quando gli altri fattori di rischio sono stati presi in considerazione, come l’obesità, il fumo, diabete ed il colesterolo alto. Il Centro di aerobica ha anche riscontrato che gli uomini moderatamente attivi vivevano mediamente sei anni in più di quelli inattivi.

Circa 14.811 pazienti di sesso femminile risultate condurre una vita attiva, hanno riportato il 55% in meno di probabilità di morire di cancro al seno rispetto alle donne che non erano in buona forma. Questo è stato rilevato dopo che i ricercatori avevano controllato l’indice di massa corporea, il fumo, storie familiari di tumore al seno e altri possibili fattori di rischio.

Blair ha inoltre evidenziato i vantaggi dell’esercizio della mente, facendo riferimento a recenti prove emergenti sui ritardi che l’attività mentale e il declino del cervello attuano sulla salute globale. Blair ha detto che pensa che gli psicologi possano essere parte integrante di una terapia per aiutare i pazienti a capire i rischi per la salute dell’essere inattivi e incoraggiarli a cercare altri modi per “smuoverli”. La conclusione a cui Blair arriva è che c’è bisogno di più incentivi a spostarsi a piedi, e gli psicologi potranno contribuire a sviluppare interventi nel cambio di stile di vita per aiutare le persone ad essere più attive.

[Fonte: Sciencedaily]