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Manovra economica: salva la sanità, ma è scontro sulla liberalizzazione dei farmaci in fascia C

 Sanità e manovra economica. La notizia è già in tutte le case da ieri sera: il Decreto salva Italia (come lo ha definito lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti) è stato varato con un Consiglio dei Ministri che si è concluso alle 19,35. Un decreto pesante e dolente, che ha fatto piangere in conferenza stampa il Ministro del Lavoro Elsa Fornero (figuriamoci noi!) e che al momento salva la sanità italiana e conferma la liberalizzazione sui farmaci in fascia C. Ma cosa significa per i cittadini/ pazienti?

Liberalizzazione farmaci in fascia C e farmacie

Prima di tutto la questione dei farmaci in fascia C, di più semplice comprensione (ma non accettazione). I farmaci in fascia C sono quelli per cui è obbligatoria la prescrizione medica (foglietto bianco con intestazione) e che sono a totale carico del paziente. Ovvero non prevedono un ticket o l’esenzione come quelli in fascia A che vanno prescritti sul foglietto rosso. Con il decreto legge di ieri questi farmaci potranno essere venduti come i SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) ed i cosiddetti farmaci da banco, presso la grande distribuzione e le parafarmacie. L’obiettivo? Quello delle liberalizzazioni: l’apertura alla concorrenza e dunque ad una ipotetica diminuzione dei prezzi per i cittadini. Prevista, come tutela del cittadino la presenza di un farmacista oltre che un box accessibile solo agli addetti per contenere tali medicinali, ma anche il blocco della vendita in caso di prescrizione non ripetibile (la ricetta andrà comunque sempre presentata).

Vi saranno delle differenze tra i grandi centri ed i piccoli, perché i secondi vanno tutelati come entità economica. Prevista al riguardo una graduale autorizzazione all’apertura di nuove farmacie anche e soprattutto ai giovani farmacisti e a cooperative.  In particolare è previsto l’abbassamento del quorum per aprire una farmacia: dai 5.000 abitanti per farmacia a 4.000 abitanti (uniformando tale cifra a tutto il territorio italiano). Ecco, questo ci sembra un pochino più decisivo per smuovere il mercato ed offrire nuovi posti di lavoro, l’agognata crescita economica che l’Europa ci chiede. Sicuramente più della vendita dei farmaci in fascia C nei supermercati. Al riguardo il Governo è partito dal fatto che questi medicinali rappresentanno solo una minima parte del fatturato annuo delle farmacie, ma le associazioni di categoria sono già scese sul piede di guerra.

Farmaci in fascia C: le opinioni delle associazioni di Federfarma e Fofi

Solo sull’ ipotesi della liberalizzazione dei farmaci in fascia C si era già espresso nei giorni scorsi il presidente della FOFI (Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani) che spiegava (come si legge nel nostro articolo), che questi farmaci rappresentano spesso anche l’unica liquidità degli esercizi commerciali, visto che in alcune Regioni si attendono anche più di 6 mesi per avere dalle Regioni i rimborsi dei farmaci con ticket. La Federfarma ha dichiarato questa norma come “inaccettabile” e non esclude lo sciopero, dopo un’attenta analisi dei particolari.

Sanità salva, cittadini meno

Si è parlato di sanità salva, almeno per il momento, ma spieghiamo bene cosa si intende: sono stati scongiurati ulteriori tagli e non sono stati anticipati al 2012 gli interventi già da tempo previsti per i due anni successivi. Alle Regioni rimarranno i 106 miliardi di euro di finanziamenti da suddividersi e previsti dal vecchio “Patto per la Salute“. Ma qualcosa cambierà dal prossimo primo gennaio: a finanziare la sanità un aumento dell’aliquota Irpef che passa dallo 0,9 all’1,23 %. Ovvero un aumento delle tasse in base al reddito come forma di finanziamento della sanità. Diciamo che anche su questo ci sarà qualche protesta: i cittadini in un modo o nell’altro si trovano comunque a pagare di più anche qui. Ma, hanno promesso i ministri in conferenza stampa, c’è ancora molto da lavorare per capire come finanziare bene ed in modo equo la sanità pubblica. Sforziamoci di avere fiducia: quella che nasce dalle lacrime della Fornero, simbolo di un forte coinvolgimento emotivo, oltre che della rinuncia ai propri compensi annunciata dal Premier Monti. Mi piacerebbe se la politica tornasse ad avere anche queste caratteristiche.

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