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Cancro, la termoterapia è la nuova frontiera per distruggere le cellule tumorali

 Utilizzando l’ipertermia, un’équipe di ricercatori del Virginia Tech ed un collega indiano hanno sviluppato un nuovo metodo per individuare e distruggere le cellule tumorali. La ricerca è stata presentata il 23 novembre scorso alla 63a riunione annuale della American Physical Society a Long Beach, in California.

Il trattamento contro il cancro usa l’ipertermia per elevare la temperatura delle cellule tumorali, mantenendo i tessuti circostanti sani ad un minore grado di calore del corpo. I ricercatori hanno effettuato la sperimentazione sia in vitro che non per confermare le loro scoperte.

Ishwar Puri, uno degli autori, ha spiegato che per perfezionare ulteriormente la tecnica sono stati impiegati ferrofluidi per indurre l’ipertermia. Un ferrofluido è un liquido che diventa fortemente magnetizzato in presenza di un campo magnetico. Le nanoparticelle magnetiche sono sospese nello stato apolare.

“Questi fluidi possono poi essere magneticamente mirati alle cellule tumorali dopo l’applicazione per via endovenosa”, ha detto Puri. “Le nanoparticelle magnetiche, miliardesimi di metro in termini di dimensioni, penetrano nel tessuto della cellula tumorale a causa della elevata permeabilità di questi vasi.”

Successivamente, le nanoparticelle magnetiche vengono riscaldate esponendo il tumore all’alta frequenza del campo magnetico e causando la morte del tessuto dovuta al riscaldamento. Questo processo è chiamato ipertermia fluido magnetica ed è stato soprannominato termoterapia.

Le temperature nella gamma di 41-45 gradi Celsius sono sufficienti per rallentare o arrestare la crescita di tessuto cancerogeno. Tuttavia, senza il processo di ipertermia fluido magnetica, queste temperature distruggerebbero anche le cellule sane.

Puri ha aggiunto che i test hanno mostrato che le nanoparticelle di ossido di ferro sono “gli agenti più biocompatibili per l’ipertermia fluido magnetica”. Platino e nichel fungono anche da nanoparticelle magnetiche, ma sono tossiche e vulnerabili quando vengono esposte all’ossigeno.

I ricercatori hanno in programma di testare ulteriormente e a fondo questo approccio conducendo esperimenti su cellule tumorali diverse e fabbricando macchinari appositi per l’applicazione.

[Fonte: Sciencedaily]