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Norovirus, ceppo aggressivo minaccia Stati Uniti

Negli Stati Uniti, flagellati dall’epidemia di influenza stagionale, ora arriva una nuova minaccia infettiva: un norovirus particolarmente aggressivo, difficile da evitare a causa dell’alta contagiosità ed in grado di provocare una violenta gastroenterite, con vomito e diarrea, anche se non va confuso con la classica influenza intestinale.

Il nuovo virus è stato identificato in Australia nel Marzo del 2012 (da qui il nome GII.4 Sydney). Secondo quanto riportato dal CDC (Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione) statunitense, il nuovo ceppo rappresenta il 58% di tutte le infezioni di norovirus in circolazione negli States a Dicembre, ha già colpito 21 milioni di americani, provocato 70.000 ricoveri ed 800 decessi. Troppi per non creare un allarme significativo anche perché quello attuale è il momento di massima incidenza nell’arco dell’anno.

Aggredisce e scompare da solo (in persona sana) dopo 24-48 ore, provocando sintomi molto violenti (il che provoca una grande affluenza nei Pronto soccorso). Non esiste una terapia, anche se si sta studiando da tempo un vaccino, vista la già nota aggressività dei virus del gruppo GII. Per questo è importante usare regole d’igiene basilare per tenere lontana la malattia. Ricordiamole:

  • Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone, soprattutto dopo essersi recati in bagno o aver cambiato il pannolino al bimbo. Sempre prima di toccare del cibo.
  • Allo stesso modo lavare con attenzione tutti gli alimenti (a partire dai frutti di mare) prima della cottura e/o del consumo.
  • In caso di malattia evitare il contatto col resto della famiglia per almeno 48-72 ore: soprattutto evitate di cucinare per qualcuno.
  • Detergere con cura anche la casa, meglio se con candeggina, laddove possibile.

La particolarità di questo norovirus sta proprio nella facilità del contagio. Pensate che per prendersi un’influenza occorre entrare in contatto con un gruppo di circa 1000 particelle virali, mentre per il contagio di questo supervirus ne bastano 18.

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Foto: Thinkstock

Fonte: Abc news